Come io e mia zia (super popputa) siamo finiti a l
Data: 17/01/2020,
Categorie:
Anale
Maturo
Tabù
Autore: datteroblu, Fonte: xHamster
... mia zia non doveva essere una grande esperta di film porno o roba del genere, si limitò a constatarne la resistenza e me la trovai piuttosto a cavalcarmi e a reinserire nella fessura la mia minchia. Senti il calore e la pressione sul glande e mi ritrovai davanti agli occhi le mastodontiche tette, più gloriose e arrapanti che mai! Che spettacolo! Che carni arrapanti. E il piacere sessuale mi inebriò il cervello, mentre la zia alternava uno sfrenato sfregamento avanti e indietro, che avvicinava i suoi capezzoli alla mia bocca, a inebrianti saltelli a smorza candela. “Fotti come una dea” le dissi, mentre dalla bocca della zia usciva un ritmico “Sì! Sì Sì che bello, bello. Sì!”. Sarà stato i****to, saranno state corna, era certamente uno sconcertante peccato sessuale, ma questa bestialità che stavo compiendo insieme era incredibilmente libidinosa proprio per questo. Per me certamente, ma credo anche per lei (che ora diceva cose irripetibili, in dialetto, e offese gratuite a buona parte della parentela), la goduria dell’accoppiamento era accentuata a dismisura dal fatto che lo stavo facendo con un caro familiare, con una persona con cui avevo intessuto rapporti garbati e innocui per anni. Ora stavamo fottendo come dannati.Quando venne per la seconda volta in un glorioso sobbalzo di molli, gonfie mammelle e di turgidi capezzoli, a stento sono riuscito a trattenermi.Strinsi i denti, mentre un mezzo fiotto di sborra si liberava. Con uno sforzo di volontà interruppi l’eiaculazione, ...
... mentre la zia, inebriata, sussultava ancora. La vecchia si scosse, si sollevò per liberarsi dal pene, respirò e poi si lasciò andare in avanti. Gli enormi air bag di cui era dotata piombarono sul mio petto. Pensai: “Che gran porca, che scopata magnifica”. Le carezzai i capelli lentamente, mentre la forma del culo mi attirava e una mano scendeva a carezzare gli adiposi glutei. Il mio pene era ancora durissimo. Con le dita stuzzicai l’ano. “Zia, ho sempre sognato che tu fossi una gran troia….”. Lei si sollevò, lasciandomi ancora stupito per la dimensione dei seni. Si raggomitolò, mettendosi in ginocchio, e anche se non lo disse era chiaro l’imperativo che quelle chiappe bianche ordinavano: “Inculami”. Non mi feci pregare. Mi misi dietro di lei che divaricò i talloni per farmi posto e con le mani separò le natiche. Puntai il glande all’imboccatura del foro osceno e spinsi. Le pieghe molli che circondavano l’ano si tesero verso l’interno. Dopo un iniziale successo però la penetrazione diventò più ardua e dolorosa, aumentai la pressione, ma ebbi paura di fare e di farmi male. La zia respirava rumorosamente e cercava di aiutarmi imprimendo una pressione contraria. Il mio cazzo duro era piegato per la tensione e all’improvvisò svirgolò, forse la zia era tesa, ma il suo culo che sembrava così disponibile e accogliente non sembrava facile da sfondare. Si giustificò. “Non lo faccio da tanto tempo, aspetta, nel cassetto ci deve essere della vaselina” e mi indicò il comodino. Con un balzo ...