La differenza dei dettagli (le stanze di christine)
Data: 11/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: seleneblu, Fonte: Annunci69
https://www.youtube.com/watch?v=bnVUHWCynig
È strano come, di me, lui abbia un'istantanea di tante cose che faccio, che ho fatto, dove però la protagonista non sono mai io, ma ciò che mi circonda. Mi piacerebbe trovare il coraggio di mandargli, un giorno, la foto di me che vengo. Non della mia fica o delle mie mani infilate negli slip. Di me, un primo piano del viso che gode. Mi piacerebbe trovare il coraggio di farlo, di farmi vedere.
Il problema è che nelle foto ci si mette in posa, in un certo senso quasi si recita una parte. E quando godi, invece, sei proprio tu, senza maschere o pose o parti da recitare. Mi viene da chiedermi se a lui piaccio io, per come sono, o se adora solo questo mio modo di recitare.
Spesso ho mandato foto fatte nello studio a lui, insieme a qualche file audio preparato poco prima, nel momento dell'orgasmo. Un file audio con la mia voce, con me che godevo. Come faceva anche lui lasciandomi un messaggio nella segreteria del cellulare. Un altro, ennesimo, pezzo del puzzle.
Stamattina ogni volta che mi siedo sento premere il cavallo dei jeans direttamente sulla fica. La sto provocando, sto sfidando il suo buon senso che le dice di non bagnarsi mentre sono al lavoro.
È una questione di rispetto, è un patto che abbiamo fatto. Io le do piacere ogni tanto e lei ha l'obbligo di non importunarmi bagnandosi quando non è stimolata.
Come ci sono finita in questa situazione?
Sono stata io a provocare mandandogli quel messaggio subito dopo il ...
... caffè del mattino.
"Questa mattina ho particolarmente voglia di te.
" Era vero. Mi sono svegliata con una voglia paurosa di lui.
E non è una di quelle voglie sognanti, una di quelle che ti fanno stare un po' con la testa fra le nuvole. No. Oggi ho voglia di qualcosa di concreto, di violento. Ho voglia di qualcosa che mi laceri, che mi apra, che mi riempia di un dolore fisico e mentale. Ho voglia - bisogno - di sentirlo nella carne, di far bruciare graffi e di aprire le ferite. Ho voglia di grida, sudore e lacrime salate.
Ogni posto, ogni luogo e oggetto risveglia in me nuove idee.
Mi immagino seduta su un tavolo e lui davanti a me, in piedi tra le mie gambe. Lo farei su qualsiasi sedia. Anche il pavimento, oggi, mi sembra eccitante. Tra i due tavoli bianchi, alti, vedo noi due distesi a terra, i pantaloni calati a metà coscia, le maglie sollevate. Non siamo mai completamente nudi ma va bene così, a me piace vederlo vestito bene, in giacca e cravatta magari; pulito.
Pulito fuori, ma sporco dentro.
Chissà perché ci sono di questi giorni, dove sembra che la ninfomania ti dilaghi dentro come un virus. Saranno gli ormoni e tutte quelle robe lì, cose spaventose che nessuno sa esattamente spiegare. Spaventose perché prendono il sopravvento, ti fanno perdere il controllo.
Mi sarebbe piaciuto sapere che si sarebbe masturbato. Non nel solito bagno però; me lo immagino in ufficio, dietro la scrivania, con giacca e cravatta dalla vita in su e, sotto, con il cazzo ...