1. La differenza dei dettagli (le stanze di christine)


    Data: 11/11/2017, Categorie: Etero Autore: seleneblu, Fonte: Annunci69

    ... fuori dai pantaloni.
    
    Glielo scrivo e la sua risposta, temeraria, arriva immediata: Facciamo un sordido scambio. Io mi faccio una foto dove mi masturbo in ufficio, in pieno orario di lavoro, se tu mi mandi una foto delle tue mutandine sulla scrivania.
    
    Non potevo dire di no, ero stata io a provocare.
    
    E così, aspettando il momento più giusto, sono andata in bagno e ho sfilato gli slip. Poi li ho accartocciati e li ho infilati in tasca.
    
    Ah, già. È così che sono finita in questa situazione.
    
    E a ogni passo lo sento premere sulla coscia, questo fagottino di tessuto elastico. E per tutta la mattina fino quasi all'ora di pranzo sono stata costretta a tenermi la mia voglia ben stretta tra le cosce.
    
    Finché...
    
    Tra 5 minuti, gli scrivo.
    
    Ero seduta sulla poltrona, la stessa dell'ultimo orgasmo sul posto di lavoro. Cazzo, sta diventando un vizio, mi dico. Sgancio il bottone dei jeans e infilo dentro una mano.
    
    Che sensazione trovare la pelle liscia della fica subito al di sotto. Stranissimo. Sento le labbra completamente umide, bagnate lungo tutta la fessura. Le tocco con due dita, di piatto, le sfioro leggermente. Sento una vischiosità simile a olio, le dita scivolano verso il basso senza che io lo abbia esattamente deciso.
    
    Mi penetro una volta, piano.
    
    Ne infilo due, di dita, unite. Le infilo fino in fondo e poi le tiro indietro. Si sente un rumore liquido mentre le tiro fuori, una specie di schiocco lento. Sono lucide fino alle nocche quando le guardo, ...
    ... sulla punta sono bianche. Allora le infilo ancora, stavolta sono tre.
    
    Quando arrivano a metà del percorso do una spinta un po' più decisa. Affondo. Poi sospiro.
    
    Avrei voglia di farmi male, male sul serio. Per un attimo mi balena un'idea per la testa, ma poi rinuncio. Avrei voglia di sangue, di sentire quel dolore aprirmi le vene. Ho una piccola ferita su un dito che brucia mentre mi scopo. Mi piace. Quella sensazione di debolezza e impotenza, una percezione così strana di me stessa che ogni volta mi sorprende. Avrei voglia di morsi e baci. Di graffi e carezze.
    
    Ma lui... Lui. Mi distoglie e mi trattiene dai pensieri distorti che mi aleggiano intorno.
    
    Sento subito un forte odore di fica salirmi al naso non appena abbasso leggermente i pantaloni. Fantastico. Mi pare che tutta la stanza profumi di sesso, ora. E la cosa aumenta questa sensazione meravigliosa che mi scorre sulla pelle.
    
    Il telefono vibra. È lui. Lui. Sempre lui.
    
    «Non ce la facevo ad aspettare ancora» mi dice.
    
    «Stavo per chiamarti io» mento.
    
    Non mi accorgo che i cinque minuti sono già passati.
    
    L'orgasmo è appena dopo il varco, è lì che mi aspetta. Spingo le dita ancora a fondo, lentamente, e aspetto un po' a tirarle fuori. Mi piace sentire la fica stringersi attorno alla mia mano mentre al telefono sento rumori sordi di sottofondo.
    
    «Dove sei?» gli chiedo.
    
    Avrei voluto fosse in macchina, o in ufficio, o in un qualunque altro posto dove si sarebbe potuto toccare. Invece no. È in un parco, ...