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Alessandra tra le vipere - 1 -
Data: 13/11/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Alessandra V., Fonte: EroticiRacconti
– Un maxi frappé alla vaniglia, una cheesecake al mirtillo e un bicchiere d’acqua, grazie. Entrata di corsa da Starbucks faccio segno alla ragazza al bancone e mi butto sul primo divanetto libero per riprendere fiato. L’orologio alla parete segna le 9:02, tiro fuori un fazzoletto e mi asciugo la fronte marcia di sudore. Fuori dalla vetrata il sole di L.A. illumina la variopinta folla che attraversa Sunset Boulevard: un’orgia allucinata di famiglie bianche di cattolici benpensanti, spacciatori sudamericani con lo shotgun nel bagagliaio, rispettati primari di colore che vivono in ville da gangster e attricette strafatte di coca che si confondono con puttane strafatte di coca. Mi guardo intorno. Seduto al tavolo di fianco a me un giovane hipster sta facendo finta di lavorare a qualcosa di grafico sul suo macbook nuovo. Ha lo sguardo di chi non scopa da mesi e probabilmente sta cercando di fare colpo su qualche cagnetta artistoide un po’ idiota da portare a letto in giornata. Il classico sfigato graziato dalla moda della barba con cui può nascondere la sua faccia e sembrare meno cesso di quello che è. Un esemplare fantastico da prendere per il culo ma al momento la mia attenzione è impegnata su qualcos’altro: cercare di non perdere i sensi. La pressione si sta facendo sempre più bassa, il cuore aumenta i battiti per l’ansia e il sudore mi cola dalla fronte. Un calo di zuccheri? O forse è la roba che mi ha dato Jixa in camerino? Aveva detto che i “problemi” sarebbero arrivati ...
... più avanti, possibile che sia già in astinenza? No, è probabilmente solo un calo di zuccheri. Cos’ho mangiato ieri? A pranzo quel mezzo panino avanzato e a cena? Ah sì, il sushi. Ho mangiato il sushi da Kaji… Oddio mi sento morire, muovetevi con sto cazzo di frappé… Sento la vista che comincia ad abbandonarmi ed intorno a me tutto sta diventando sfocato. Non devo svenire qui, non devo svenire qui… Due minuti. Devo solo resistere due minuti, tempo che arrivi la mia roba da bere. Zuccheri… Il Goldwick Building si innalza al cielo come un ciclopico e misterioso monolite dalle pareti di vetro scuro. Ad osservarlo dal basso non si può fare a meno provare un certo senso di disagio, un brivido, come di fronte ad un abisso dai mille segreti. La mia mente è tornata a questa notte, sono le 11:15 e sto bussando un po’ nervosa alla porta dell’interno numero 2 al 21esimo piano. Mi guardo il vestito di Prada e i tacchi da 350 dollari a controllare di essere a posto ed è buffo se penso alla fine che faranno nei prossimi minuti. Che spreco. Ma in fin dei conti non li ho pagati io e non posso lamentarmi. Una voce maschile mi chiede la parola d’ordine, rispondo “Rosabella” ed entro in un piccolo ingresso composto solamente da un guardaroba e una scrivania in ciliegio. Dietro la scrivania una ragazza mora dai modi silenziosi mi saluta con un sorriso discreto mentre un energumeno albino in giacca e cravatta sta di guarda alla porta sulla sinistra con lo sguardo assente. La ragazza mi consegna un ...