1. Alessandra tra le vipere - 1 -


    Data: 13/11/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Alessandra V., Fonte: EroticiRacconti

    ... modulo e una busta. – Che cos’è? – Un attestato di partecipazione all’Happy Ferret Day. Dovresti compilarlo adesso. – Happy Ferret Day? – Una festa per la giornata del furetto d’appartamento. – Non sapevo che queste serate fossero collegate a iniziative animaliste. Gli organizzatori sono amanti dei furetti? – I furetti possono essere creature molto interessanti… ma quello che ci interessa di questa festa è che sta avendo luogo proprio in questo momento, giù a Beverly Hills. – Capisco, quindi firmando… – Esatto, tu non sei mai stata qui e noi non ci siamo mai visti. – E questa? – sollevando la busta – Quella è la quota. Ah già, “la quota”… Avevo quasi dimenticato che per questa cosa mi pagano settemila dollari. Il gorilla albino apre la porta e si sposta di lato per farmi passare. All’interno di un piccolo camerino dalle pareti color porpora una ragazza in mutande sta trafficando con lo sguardo basso su qualcosa che tiene tra le mani. Sembra avere la mia età, ha i capelli rossi naturali, le freccine e ora che sono più vicina vedo che sta versando della polvere contenuta in una bustina su un piattino di metallo. – Ciao… – la saluto per avvertirla della mia presenza. Lei senza distogliere l’attenzione dal suo lavoro allunga una mano – Jixa, piacere. Jixa? Cazzo, oltre alla quota avevo anche scordato che devo trovarmi un soprannome… – E tu? – chiede mentre estrae dalla borsetta un kit di strumenti che sembra quello di un’infermiera – Come ti chiami? Resto qualche secondo a ...
    ... pensare. Già, come mi chiamo? – Ehm… Dorothy. Chissà come mai mi è venuto in mente il Mago di Oz proprio in questa situazione… – Ciao Dorothy, ne vuoi un po’ anche tu? – No, ti ringrazio… ho fatto due tiri poco fa, sono a posto. Jixa sorride – Prima volta vero? – Sì perché? – Perché la coca non va bene. – Che vuoi dire? Alza la testa e finalmente riesco a guardarla negli occhi. Due grandi occhi verdi incorniciati dalle lentiggini. – La coca ti rende lucida… – mi spiega – …E fidati, essere lucida è l’ultima cosa che vorrai nei prossimi 60 minuti. Jixa si lega un laccio di gomma intorno al braccio, prende la siringa e inizia a far scivolare l’ago dentro di sé. La osservo con sguardo sofferto – Non so se riuscirei mai a farlo… gli aghi mi fanno un po’ impressione. Lei finisce di iniettarsi la dose, fa un lungo respiro, come dopo l’ingresso in una sauna e chiude gli occhi. Poi si volta verso di me. – Puoi fumarla se vuoi. – Come scusa? – L’effetto è minore ma comunque sufficiente a tenerti la mente altrove durante le prossime ore. La mente altrove Le parole di Jixa mi risuonano intesta quando il suono improvviso di un frullatore mi riporta al presente. Sono di nuovo da Starbucks e sto letteralmente grondando di sudore freddo mentre il calo di zuccheri, o qualsiasi cosa sia, mi sta facendo salire la nausea e scendere le forze. Con la coda dell’occhio vedo la cameriera che sta arrivando Finalmente… Ora devo solo cercare di sembrare normale, di tirare fuori una voce normale… – Signorina ...