1. 147 - Mamma Erica, sua figlia Ambra e il fidanzato brasiliano


    Data: 07/02/2020, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Incesti Lesbo Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... conoscerlo, significava che a questo ragazzo ci teneva in modo particolare.Naturalmente acconsentimmo e ci accorgemmo che in lei si stava scaricando la tensione.Sul suo viso solare apparve un sorriso raggiante ed abbracciò me e suo padre affettuosamente, ringraziandoci entrambi.Trascorsero i giorni e un paio di sere prima del suo diciottesimo anniversario, la vidi nuovamente tesa e preoccupata, io e suo padre, le chiedemmo cosa avesse ma lei ci rispose che non aveva niente. Insistendo ulteriormente, un po� confusamente ci confessò una cosa��.�Non so come dirvelo, ma ecco, lui non è di pelle bianca ma è un ragazzo mulatto, nato in Italia da mamma italiana e padre sudamericano..�Mio marito, la guardò stupito e poi�..�Ambra, ma scusa, qual è il problema? E� un bravo ragazzo? Nero, bianco o giallo che importanza ha??? Per me e credo pure per la mamma non si sono problemi��Un�altra volta alla nostra giovane ragazza, brillarono gli occhi dalla felicità, ancora il sorriso comparve e modificare la sua espressione e nuovamente ci abbracciò ringraziandoci.Venne il giorno fatidico, era di domenica e a mezzogiorno in punto, puntuale come un treno svizzero, arrivò Alejandro. Prima di aprire guardai dallo spioncino e vidi davanti all�uscio di casa un giovanottone alto alto, con un enorme mazzo di rose rosse in mano. Aprii io la porta e lo accolsi prendendomi innanzitutto cura dei fiori. Gli strinsi poi la mano e lui la strinse a me, energicamente, salutò educatamente anche mio maritò e i ...
    ... nostri figli maschi, quindi baciò sulla bocca Ambra. Era ed è ancora, un bel ragazzo, pelle ambrata, occhi neri penetranti, il naso piccolo e la bocca carnosa ma non troppo. Alto all�incirca come mio marito e fisico magro ma scolpito, indossava una maglietta aderente bianca e un paio di ampi pantaloni di lino, volutamente stropicciati, di color avana chiaro. Il pranzo era pronto e così si sedemmo a tavola, parlammo del più e del meno, ma specie io, ogni tanto porgevo alcune domande ad Alejandro, così, puramente a scopo conoscitivo. Seppi che era nato a Milano, che aveva ventun�anni, che studiava medicina e che, il padre medico, per motivi di ricerche scientifiche, un anno prima, si era trasferito a Torino e che lavorava in un grande centro ospedaliero per la ricerca e la cura contro il cancro, a pochi chilometri dalla città.Si vedeva che era un ragazzo di buona famiglia, educatissimo, molto gentile e premuroso.Festeggiammo fin verso le sedici, con la classica torta e le diciotto candeline, con lo spumante e con la consegna da parte nostra di alcuni regalini e da parte di Alejandro di un pacco che la nostra Ambra evitò di aprire davanti a tutti e che noi famigliari comprendemmo contenesse qualche indumento intimo. Verso le sedici e trenta i due, in cerca di un po� di intimità, si ritirarono nella cameretta di nostra figlia e poco dopo sentimmo della musica che si diffondeva nella casa. Cristian e Lorenzo uscirono per andare in discoteca e noi due �vecchi� ci infilammo in camera ...
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