1. The cellar 1: sono una vacca


    Data: 17/02/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: paolo2011, Fonte: Annunci69

    Non so perché, ma restare così a quattro zampe in questo bugigattolo lercio e fetido, le ginocchia doloranti, le mani sporche adagiate al pavimento, il culo ben in alto, in bella vista, lo sfintere dilatato dal vibratore nero, misura xxl, le mani dietro la schiena e la guancia appoggiata al suolo… restare così aperto mi fa sentire bene. Tremo lievemente di paura e di piacere, indosso jockstrap rosso, i miei polsi sono legati e sono bendato. Ho 50 anni, rasato pube e capelli, non sono magro ma neanche basso, direi nella norma, sono sposato e questa è l’altra mia vita, quella che mi fa godere e mi soddisfa.
    
    Il cazzo mi duole chiuso negli slip, quando Amin mi sfila il dildo dal culo sento l’aria fresca invadermi le viscere, un fiotto di lubrificante rivola lungo le gambe, trattengo un grido, dalla mia bocca esce solo un gemito.
    
    “Vacca sfondata! Ecco, sembri proprio una scrofa pronta ad essere coperta …” e così dicendo mi assesta uno schiaffo sulla chiappa destra, io sobbalzo ma mi piace; glielo direi, ad Amin, se solo potessi liberarmi della pallina rossa che ho in bocca, fermata da un laccetto dietro la nuca, gli direi che sono la sua puttana, che mi scopi e che mi fotta allo spasimo, che mi faccia inalare un po’ di popper e che mi sfondi brutalmente come solo lui sa fare.
    
    Ero andato al club abbastanza presto, avevo sceso i gradini che portano al seminterrato e mi ero rintanato in un cubicolo in fondo al corridoio poco illuminato; mentre mi spogliavo avevo sentito il ...
    ... solito andirivieni di anfibi neri e di ciabattine infradito, il frusciare dei vestiti, i sospiri e i mugolii, gli schiaffi sul culo e le urla di godimento di qualche troia come me. Tutto come al solito, come sempre!
    
    Il mio padrone mi ha detto di prepararmi per bene, affamato di cazzo come sono mi ha suggerito di divertirmi pure, di prenderlo nel culo abbondantemente, che poi sarebbe arrivato lui, con quel bastardo di Amin, il tunisino, e allora ci sarebbe stato poco da ridere, mi avrebbero rotto in due, spalancato come una porta già aperta, divaricato le natiche e infilato il braccio fino al gomito… Non vedo l’ora che succeda! Intanto mi aggiro seminudo per il labirinto del locale, le cabine sono quasi tutte aperte; in alcune ci sono uomini sdraiati con il cazzo in tiro, altri a riposo appoggiato sulla coscia, ci sono un paio di traveste, di sissy non proprio giovanissime che limonano con passione frugando con le mani sotto le gonnelline scozzesi alla ricerca di non so cosa. In una cabina c’è un ragazzone nero, avrà 30 anni sì e no, sdraiato supino sul materasso di finta pelle, leggermente girato verso la parete di cartone, mi avvicino e mi appoggio allo stipite della porta scorrevole. Il ragazzo mi guarda di sottecchi, sorride con i suoi denti bianchi e con un cenno della mano mi invita ad entrare. Deglutisco saliva e appoggio la mia mano sulla sua gamba, senza che lui faccia niente mi inginocchio lentamente e appoggio la mia lingua tra le dita del suo piede, quello più ...
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