Donatella cap.5 - esperienze anali
Data: 20/02/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti
Io da Donatella volevo tutto. La volevo guardare, le volevo parlare e la volevo scopare a ripetizione. Non ero innamorato di lei e nemmeno lei di me, semplicemente avevamo una attrazione reciproca molto forte. Quando quel mercoledì giunsi in albergo, da solo e con diverso anticipo rispetto alla mia amante, sua figlia mi attendeva già nel parcheggio. Aveva parcheggiato lontano ed era arrivata a piedi. Pagai le camere e salimmo ognuno nella rispettiva stanza e poi ci confrontammo sul da farsi. “Non è una location perfetta?”, mi chiese. “Devo ammettere che hai ragione”, le dissi. Ed effettivamente lo pensavo. Le camere erano attigue e dalla sua si poteva tranquillamente spiare la nostra, accedervi, oppure guardare attraverso la grossa finestra che dava sul balcone che le due stanze avevano in comune e che era rivolto verso l'interno. “Brava”, le dissi, quasi stupendomi di quel complimento. “Grazie. Siete la mia trasgressione del momento ed io non me la voglio lasciare scappare per nulla al mondo. Che le farai oggi?”. “Non lo so ancora”, le risposi con sincerità “Le ho detto di portarsi collant e tacchi, ma non ho pensato ad altro”. Quel giorno Gabriella era particolarmente bella. Vuoi per l'entusiasmo e la situazione, vuoi per l'abbigliamento o il trucco, non saprei. Lo notai ma non le dissi nulla poiché temevo la sua possibile reazione. “Non vi siete mai cimentati nel sesso anal?”, mi chiese a bruciapelo, lasciandomi di sasso. Era davvero incredibile quella ragazza. “No. Non ...
... so se tua madre accetterebbe”. “Prova prima con le dita e vedi che reazione ha, poi magari provi con altro”. Non credevo alle mie orecchie ed al livello di discorso che stavo facendo. Fino a meno di un anno prima eravamo comuni vicini di casa che, talvolta a malapena, si salutavano per le scale e adesso eravamo in una stanza d'albergo a parlare di come avrei dovuto fare sesso con sua madre. Il trillo di Whatsapp del mio telefono ci interruppe. Era Donatella che mi comunicava di avere parcheggiato. Le comunicai il numero della camera e poi dissi a Gabriella di andare nella sua camera. Ella corse di là, non prima di avermi augurato buon divertimento. Mentre attesi Donatella mi chiese se ella avrebbe accettato una proposta anal. Avrebbe rifiutato, così come all'inizio aveva fatto con il pissing, ma se mi fossi impegnato ero certo che prima o poi avrebbe accettato. La attesi sulla porta e quando arrivò erano le 9.05. Notai subito le scarpe con il tacco, anche se non troppo alto. Ci baciammo e poi richiusi la porta a chiave. “Bello questo posto. Ottima scelta”. “Grazie”, le risposi mentendo mentre ella si tolse il soprabito, restando con un vestito nero a tubino, lungo fino al ginocchio. “Sei molto bella”. “Grazie”. La presi per mano e la baciai. Ella si poggiò alla scrivania e dieci secondi dopo io le avevo già infilato la mano sotto al vestito e stavo già risalendo lungo le sue chilometriche cosce. Amavo quelle gambe, lunghe e magre, mi facevano letteralmente impazzire. Quando ...