Colpevole di amare
Data: 25/02/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: NymphoK
... ormai aveva perso ogni aroma. Restava solo l’amaro. Nei giorni seguenti il mio umore fu davvero pessimo. Mi ero rovinata le unghie delle mani per la tensione e per il senso di colpa nei confronti di Ivan. Colpa per cosa, poi? Non era successo nulla eppure il mio cuore si sentiva sporco. Avevo rievocato sentimenti passati ormai sepolti da anni. Il bigliettino da visita era sciupato a causa di tutte le volte che lo rigiravo tra le dita. Era l'indecisione che mi opprimeva. Rivederlo era un rischio. Magari avevo solo interpretato male le sue intenzioni, ma la mia testa aveva altre idee. L'agitazione provata, la sensazione di essere tornata indietro nel tempo e poi lui, il fatto di averlo visto mi aveva risvegliato desideri profondi. Presi il telefono e lo chiamai. Quella sera ero particolarmente lunatica. Ivan non capiva cosa mi stesse succedendo e perchè il mio umore fosse così. Stavo indossando le mie décolleté nere, pronta ad uscire. "Una cena con un paio di amiche", gli dissi. Lo baciai, prima di chiudermi alle spalle la porta. Il mio vestito di seta bordeaux era leggero e fresco. Le spalline sottili si appoggiavano sulle mie spalle delicatamente, per poi scendere sul petto, con una scollatura generosa ma non volgare. L'abito mi arrivava appena sopra al ginocchio e il tessuto leggero lasciava trasparire le sagome delle mie gambe lisce ed abbronzate. Mentre scendevo al piano terra con l'ascensore, ne approfittai per gli ultimi ritocchi al rossetto. Mi sentivo bellissima, ...
... forse un po' troppo per una serata tranquilla con l'uomo che amavo anni prima. Decidemmo di trovarci direttamente nel punto prestabilito in via Brisa. Non volevo nulla di formale o galante come la cavalleria di essere presa anche sotto casa. Oltre che per questioni di segretezza, volevo mantenere quel minimo di distanza possibile. Arrivai lentamente, a causa dei mie tacchi alti, e lui era già lì, ad aspettarmi. Mi venne incontro e mi salutò. -Se bellissima!- -Suvvia! Sono passati anni da quando potevo ancora permettermi certi complimenti!- Mi guardò serio e con aria di rimprovero. Entrammo nel ristorantino, un locale molto rinomato a Milano, sia per la qualità che per i prezzi. Nell'entrare ispezionai i tavoli intorno, giusto per essere certa che non ci fosse qualcuno di conosciuto: la coscienza si faceva sempre più sporca. Il locale era davvero carino e venimmo sistemati ai tavoli esterni, sotto le stelle. Era molto, forse troppo, romantico. Riccardo, davanti a me, stava in silenzio e mi guardava, mi indagava. Mi sentivo messa a nudo davanti a lui e lui, per certo, mi conosceva molto bene: sapeva che se avevo accettato l'invito significava molto di più di quello che le parole potevano dire. Parlammo tutta la serata e tra una portata e l’altra, una chiacchiera e una risata, il tempo passò veloce e le lancette dell’orologio segnavano le 23:16. Quando uscimmo dal ristorante ero pronta a saluti di rito. Forse un addio, forse un arrivederci. Nell’esatto momento in cui stavo per ...