Ai tempi della scuola...
Data: 27/02/2020,
Categorie:
Trans
Autore: lara_diva
Ai tempi della scuola…
Chi non è mai stata innamorata di un compagno di scuola? Il periodo che va dalla fine delle medie al diploma è certamente quello più intrigante e coinvolgente…certo nel mio caso anche il più difficile, perché non potendo esprimere la mia femminilità di ragazzina non potevo godere di quel magico periodo se non con uomini maturi sognando di essere tra le braccia del mio amore…
L’oggetto delle mie attenzioni nascoste era un tipo davvero carino, quando io facevo terza era arrivato da Milano e frequentava l’ultimo anno. Molto alto, bruno, occhi scuri e sorriso bellissimo mi attraeva in modo bestiale, quando ero a casa, la sera, mi penetravo con qualsiasi cosa mi venisse sottomano immaginando che lui fosse su di me…abbracciavo il cuscino, mi sussurravo le frasi che volevo mi dicesse lui e intanto mi muovevo per sentire, dentro di me, il dildo entrare sempre di più… fino a quando non raggiungevo l’orgasmo...ormai ero abituata ad essere vestita da ragazza, forse ero un po’ troppo rispetto alle mie coetanee, che sapevo a letto con pigiami da bambina etc., sotto le mie camice da notte di raso, regalatemi dalla signora e dal professore, indossavo i reggicalze e, naturalmente le calze strusciando contro le coperte mi davano un senso di eccitazione incredibile, avrei voluto sentire le sue mani, le sue labbra esplorarmi e, più di una volta, mentre facevo l’amore con il prof. Sognai lui.
Ma le cose belle non durano, l’anno passò in fretta e lui, maturato, ...
... scomparve.
Lentamente uscì anche dai miei pensieri, lasciando quella magia dei sogni mai realizzati, idealizzati, e questo mio principe azzurro rimase quindi in quella nuvola.
Passarono ben quattro anni quando, una sera di inizio estate, ci recammo, invitati da non meglio identificati amici, ad una festa nella casa di campagna, una villa incredibile con un parco vasto come un paese, curato divinamente e ornato da alberi immensi che facevano sognare, lo rividi… mi sentii cedere le gambe… e se mi avesse riconosciuta? Sussurrai alla signora che quel ragazzo veniva a scuola con me e che ero tremendamente imbarazzata, anzi terrorizzata, ma la signora mi accompagnò in una stanza e mi spiegò che in quella serata erano tutti amici molto particolari ed a conoscenza del mio segreto, per cui non dovevo avere nulla da temere… uscite mi indicò delle ragazze e delle signore che vivevano il mio stesso essere donna in un corpo ingiusto e che conoscendole avrei certamente apprezzato per la loro personalità.
Tra queste, colmo della beffa, la “madre” del mio amore di fanciulla… io naturalmente venni presentata come loro figlia e, dopo i convenevoli di rito gli adulti presero a parlare tra loro lasciandoci soli. Ero al settimo cielo, mi sentivo bellissima, il completo di pizzo composto da reggiseno, sapientemente imbottito, mutandine e reggicalze grigio terminava in un paio di calze velatissime nere, che mettevano in risalto le mie gambe esili ma soprattutto le mie scarpine nere di ...