1. Banalmente una Banale Storia per Davvero Banale (5)


    Data: 28/02/2020, Categorie: Incesti Autore: Montecrist0

    Elena volta un secondo lo sguardo su di me per poi riportarlo a sofia “Sofi?” Sofia risponde distratta. “hum?” “Hai il cellulare qui?” “Si.. hum nel mio Zainetto” “Scrivi a Vanessa se porta il mio asciugamano? Io porto Tim al Tuffo” Si volta verso di me e mi guarda fisso. Solo il suo sguardo inizia a far pulsare il mio sangue. “Andiamo?” Rapida corre a recuperare le sue scarpe e inizia a infilarsele mentre cammina… “Servono le scarpe?” Lei mi guarda? E quasi stizzita “non lo so, ti servono?” “ne dubito” Abbassa lo sguardo nascondendo un sorriso e accelera il passo dondolando le sue braccia annodate dietro la schiena. La Seguo. Inevitabilmente la mia salivazione aumenta. Sento la voce di Francesco alle spalle. “Ehi dove andate?” Smaddonno. Mi volto e faccio spallucce fingendo ignoranza totale. Indico Elena con la testa sottolineando che è lei a saperlo. Grazie a dio, Francesco resta fermo. Quando mi rigiro, Elena sta temporeggiando al bordo del bosco. Accelero il passo. La raggiungo. “Da che parte” Alza una mano e silenziosamente indica. Poi si volta e inizia di nuovo a camminare. Si muove in silenzio, mettendo particolare attenzione a dove mette i piedi, sembra non voglia comunque sporcare le scarpe. Il terreno è umido, qui non batte il sole e l’aria è decisamente più fredda. Quasi pesante. Altri cento passi e si ferma. Si guarda intorno. “hum non mi ricordo…” Non ha importanza ho aspettato abbastanza. Afferro il suo braccio sinistro e la tiro a me. Inciampa tra le mie ...
    ... braccia, precipita sulla mia bocca. Sento il suo respiro caldo sulle mie labbra, e sbircio il suo collo proteso mentre con insistenza le sue labbra si alternano alle mie. Traballiamo avvinghiati in mezzo al bosco. Faccio fatica a trovare l’equilibro con il terreno che frana sotto i miei piedi scalzi. Trovo quasi per caso il tronco di un grosso albero, e tutto il mio corpo la spinge con forza contro di esso. Distacco il mio viso dal suo, E la guardo. Ha le gote leggermente tinte di rosso, ma le labbra sono ancora bluastre. Come se non fosse d’accordo della mia lontananza allunga le braccia e afferra il mio collo. Le sue dita congelate scivolano sul mio petto mentre di nuovo posso bere dalla sua bocca. Il suo corpo si schiaccia sul mio e sento un suo brivido di freddo quando le mie dita di ghiaccio afferrano i suoi fianchi. Non si fa indietro, non smette di tirarmi a se. Ma con la coda dell’occhio vedo un fascio di luce. Mi volto mentre lei morde il mio collo. E noto con mia grande soddisfazione che a 20 passi da noi fra gli alberi c è un piccola radura di sole. Si e no tre metri. La prendo di peso e inizio a camminare. Lei non oppone resistenza. L’istante in cui raggiungo il raggio di sole, sento il suo corpo distendersi soddisfatto. C è un grosso ceppo nella piccola radura e un pezzo di tronco d’albero li accanto. Senza pensarci mi siedo sul ceppo e lei ancora su di me comprime i suoi seni sul mio petto. Il suo bacino Inizia a muoversi sul mio membro tristemente incastrato nel mio ...
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