Angela
Data: 15/11/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Spazioblu, Fonte: Annunci69
... mio cervello e non solo del cervello. Strana ma non sconosciuta. A volte ho pensato di vivere una situazione del genere, io sottomesso a una donna capace di dominarmi. Saranno state le bacchettate avute dalle suore, a far nascere in me questa pulsione? Ricordo che anche Egle, la moglie del capo, me lo chiese mentre scherzando, le baciavo un piede. Mentii spudoratamente come mento a me stesso.
Angela sembra leggermi nel pensiero. Capisce subito. mi guarda negli occhi, poi abbassa lo sguardo sul mio ventre, si accorge del gonfiore all’interno dei pantaloni e con un sorriso beffardo esclama “vedo che il tuo cazzo ragiona più velocemente del tuo cervello, cosa mi potevo aspettare da un coglione come te, bene non perdiamo tempo, mettiamoci al lavoro”, sappi comunque che sei libero di andar via, ma insieme con te partiranno anche le foto per l’indirizzo che sai”.
Capitolo 2°
Sembra impossibile, eppure sono qui, nella sua “sala giochi” come la chiama Lei. Alla fine ha finito per accettare, ma in realtà mi ci ha condotto lentamente, ha giocato con me come un gatto con il topolino.
Bruna, occhi scuri, media statura sembra una donna come tante, certo carina, sensuale, ma nulla farebbe credere che in lei si nasconde quel qualcosa che la rende ciò che è. Il seno è voluminoso, libero sotto la canotta di cotone leggero, i fianchi tondi riempiono la gonna piuttosto corta dalla quale scivolano fuori gambe tornite, velate da calze scure. Ai piedi scarpe con tacco alto. Una mano ...
... poggiata sul fianco, l’altra tamburella con le dita contro la coscia.
Non una parola, mi scruta dalla testa ai piedi come se mi vedesse per la prima volta, poi pianta lo sguardo nei miei occhi, è difficile sostenerlo ma ci provo cercando di sfidarla. Un passo avanti e improvvisamente la mano parte a colpire il mio viso. La sorpresa e la rabbia mi fanno vacillare ma non ho il tempo di reagire. “Non osare mai più sfidare la tua Signora, abbassa gli occhi quando ti guardo”. Era già difficile sostenere il suo sguardo, ora non riesco neppure a guardarla in viso; “così va meglio, stupido” sibila tra le labbra, “imparerai, vedrai che imparerai a rispettare la tua Padrona”.
“Ora giù in ginocchio” ordina con tono secco che non ammette repliche. Mi inginocchio e lei con la mano mi accompagna il capo verso il basso, “leccami i piedi ora, se vuoi che ti perdoni”. Le mie labbra sfiorano il collo del suo piede, il contatto con la calza velate mi provoca un certo piacere ma avverto che anche lei ha un fremito. Preme il piede contro la mia bocca e ordina “con la lingua, voglio sentirla”, e sfila via la scarpa offrendomi la pianta. Forza le mie labbra con le dita del piede facendole entrare. Con imbarazzo comincio a succhiarle facendo scorrere la lingua sotto tutte le dita. Per più di cinque minuti sono costretto ad umiliarmi baciandoli i piedi, riempiendo le narici del loro odore acre ma per niente sgradevole, dovrebbe infastidirmi e invece quell’odore stranamente mi eccita. “Basta ora, ...