Quando la voglia prende il sopravvento
Data: 01/03/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: infi07
... accoglienti del mio corpo, pensavo a quanto doveva essere curioso fremente e arrapato Andrea in quel momento. Questi pensieri mi davano una tale carica, mi sentivo una mina vagante, pronta e esplodere al minimo contatto. Trasudavo sesso da tutti i pori e si vedeva. Ero sicura che la mia caccia sarebbe durata poco!
Mi vestii con calma, con movimenti lenti, concentrata sulle sensazioni di piacere che già mi dava la mia mente. Prima di uscire diedi un'ultima occhiata allo specchio. Ero vestita come sempre. Un tailleur, un trench, stivali alti, capelli sciolti lunghi e nulla sotto.
Entrai in auto. Lo spacco della gonna si aprì lasciando intravedere la fine di un autoreggente nero e un lembo di candida pelle molto chiara. Gli occhi di due passanti erano su di me, la loro conversazione si interruppe all'improvviso. Un brivido mi salì lungo la schiena, un fuoco tra le gambe, la fica pulsava; non avevo scampo, ero in preda ad un'eccitazione mai provata.
Ero a caccia.
Vagai un pò in auto, senza meta, portata dal caso. Ero sicura che di lì a poco si sarebbe materializzato qualcosa di interessante, il momento giusto. Mi ritrovai su una strada provinciale che portava in periferia, verso la zona industriale. La conoscevo, ero già stata lì con Andrea alla ricerca di un po di tranquillità lontani da occhi indiscreti. Mi ricordai che lì vicino c'era un bar con dietro una grande area di sosta, e che una volta mentre eravamo in auto ci facemmo volutamente spiare da un uomo ...
... solitario parcheggiato a poca distanza. Era quello il posto giusto.
In pochi minuti ero lì. Parcheggiai sul retro, scesi dall'auto e andai al bar. Entrai, ero l'unica donna oltre la cassiera. Al bancone del bar c'erano quattro o cinque uomini, tra i trenta e i cinquant'anni. Avrebbero potuto fare tutti al caso mio, ma uno in particolare mi colpì. Era alto e aveva uno sguardo intenso quasi imbarazzante, non smetteva di squadrarmi. Era arrapato al punto giusto, un bel tipo. Era esattamente quello che volevo.
Vicino alla cassa lasciai cadere a terra una moneta e mi accovacciai per prenderla, sapevo esattamente cosa sarebbe successo: lo spacco della gonna si aprì mostrando come prima l'autoreggente. Non so se videro anche gli altri, i miei occhi erano fissi su di lui. Mi rialzai lentamente, lo guardavo negli occhi ma nella mia instancabile mente pensavo al suo cazzo che si ingrossava nei pantaloni. Lo dovevo sapere, lo dovevo scoprire. Bevvi il mio caffè senza smettere un attimo di guardarlo. Poi mi girai e uscii dal locale; ero sicura che mi stesse seguendo, era quello che volevo. Camminando sentivo l'aria che che mi sfiorava la fica nuda sotto la gonna, pensavo all'attimo in cui la sua mano l'avrebbe violata. Il suono del cellulare mi riportò alla realtà. Ebbi per un attimo paura: che sto facendo! Rallentai. Sentivo i suoi passi dietro me. Presi in mano il cellulare, era un messaggio di Andrea:
"Sfacciata! Sei una troia" diceva.
Mi guardai intorno, era lì, in auto, in fondo ...