Quando la voglia prende il sopravvento
Data: 01/03/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: infi07
... al parcheggio, mi aveva seguita. Sorrideva. Lo sapevo, voleva guardare. Era la nostra fantasia che diventava realtà. Mi girai verso lo sconosciuto, era a mezzo metro da me. Mi disse qualcosa, non capii, era tedesco credo. Mi indicò un Tir. Al di là di ogni immaginazione, due fantasie in una!! Sconosciuto. Camionista. Il mio amante che mi guarda. Perfetto.
La voglia era incontenibile. Cercavo di immaginare la faccia di Andrea mentre mi dirigevo verso il Tir. Mi sarei strappata i vestiti di dosso. Avrei voluto attraversare nuda quel parcheggio vuoto. Avrei voluto fosse pieno di occhi. Mentre salivo nella spaziosa cabina anteriore del mezzo, arrampicandomi, la mano del mio sconosciuto era già tra le mie coscie, e per niente delicatamente mi palpava. Dalla sua bocca uscivano apprezzamenti incomprensibili. Prima ancora che fossi dentro al Tir la mia gonna era già tutta alzata sui miei fianchi. L'ultimo spettacolo che Andrea potè vedere fu il mio morbido culo, mentre inginocchio salivo sul sedile. Poi il tedesco chiuse lo sportello dietro di lui.
Semisdraiata su di un grande sedile di pelle, avrei voluto guardarmi intorno ma i miei istinti, le mie voglie, mi comandavano. Mentre le grandi e vigorose mani dello sconosciuto mi esploravano, io mi spogliavo. Aveva due lunghe dite dentro di me, le muoveva bene. Mi penetrava sempre più velocemente. Ero già un lago di umori. Volevo un ...
... cazzo, volevo vedere il suo cazzo. Gli misi una mano sui pantaloni, lì. Sembrava tanto ed era duro. Se lo tirò fuori. Era duro, teso, grosso, più che altro molto largo. Ma era la cappella veramente fuori misura! Odorava di cazzo, intensamente. Una gocciolina di liquido trasparente usciva da un buco aperto più grande del normale, proporzionato alla cappella.
Era un cazzo irresistibile, perchè era del mio sconosciuto. Era il cazzo delle mie fantasie ed ora lo avevo in mano, lo volevo in bocca.
Lo presi nel calore della mia bocca, succhiavo quella cappella a fatica con la voglia di una ninfomane. Stava godendo rumorosamente. Lo pompavo e la lingua lentamente lo stimolava alla base di quella rossa cappella. Lo assaporavo godendo nella bocca come se lo avessi dentro. Senza riuscire a resistere mi schizzo in bocca un mare di sborra. per istinto continuai, con la bocca inondata, pompavo più lentamente ma più profondamente, fino quasi a non respirare. Mi staccò lui, in preda agli spasmi. Alzai la testa. Le labbra erano impastricciate di liquido bianco e denso. Mi sentivo soddisfatta. Mi ricordai di Andrea. Avevo ancora in bocca la sborra di uno sconosciuto. Volevo dargliela, fargliela vedere. Mi misi solo il trench, aprii lo sportello per scendere ma davanti a me, fermo, c'era un uomo che salutò il tedesco ridendo con una faccia da ebete. Non ci avevo pensato! Viaggiano in due...
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