1. Serata fuori programma


    Data: 14/03/2020, Categorie: Etero Lesbo Sensazioni Autore: A_Scrittore, Fonte: RaccontiMilu

    Prima di tutto mi presento, com'&egrave giusto che sia. Mi chiamo Sabrina e sono una donna sposata di quarant'anni. Sono madre di due figlie fantastiche di ventitré e ventiquattro anni. Fisicamente mi mantengo in forma cercando di fare diete e un minimo di esercizio fisico a casa. Sono snella, bionda con i capelli che mi arrivano quasi a metà schiena, alta 1.70, con una seconda di seno ancora piuttosto alta e anche un bel fondoschiena. Non dico sodo come quando ero giovane ma ancora, appunto, in forma. Caratterialmente invece sono ancora un po' timida e introversa, non mi apro con tutti, anche se a scherzare lo faccio con chiunque. Sessualmente sono inattiva da almeno due anni, nel senso che il mio matrimonio &egrave talmente monotono da non regalarmi soddisfazioni. Mio marito non scopa più con me e quando posso cerco di praticare l'arte del piacere solitario con giocattolini vari, ma due giorni fa ho avuto modo di praticare del sesso un po' libertino con una delle mie due figlie, Clara, precisamente la più piccola.�Onestamente non ho concretamente nessun amico o amica (esclusa la vicina di casa trentaduenne con cui chiacchiero frequentemente il numero &egrave zero). La cosa ovviamente mi pesa un po'; il mio lavoro &egrave da scrivania e abitudinario, io sono diventata col tempo una donna casa - lavoro. Sgobbo dalle otto fino alle cinque, poi m'imbarco in macchina e alle sei torno a casa. Così tutti i giorni, compreso il sabato. La domenica &egrave il mio unico giorno libero ...
    ... e lo dedico alle faccende di casa. Durante la settimana invece, quando nessuno &egrave in casa, cerco di sfogare le mie voglie. Mi chiudo in camera, mi spoglio e comincio a giocare con la mia intimità con un piccolo ciuffetto di peli sul pube.�Quella domenica di fine Aprile però non mi andava veramente di fare nulla. Mio marito era uscito per comprare le sigarette e non sarebbe ritornato prima di un'ora vista la sua estroversione con il tabaccaio. Clara era in casa; erano le dieci e ventisette precise quando posai lo smartphone sul comodino e mi alzai dal letto con indosso una vestaglietta leggera color nero che risaltava le mie forme. Scalza mi recai in salotto, trovando la finestra dell'ampio balcone aperta. Fuori c'era Clara seduta sulla sedia di plastica del piccolo tavolino rotondo e verdognolo. Mi sorrise con il cellulare in mano.�-"Mamma ben alzata!"-�Gli andai vicino e la baciai sulla guancia. Mia figlia era leggermente paffuta, capelli castani raccolti in una coda di cavallo, alta un metro e sessantacinque, i suoi grandi occhi neri (presi da me) erano coperti dai suoi occhiali alla maghetto del cinema. Posò subito il cellulare sul tavolo.��-"In realtà stavo solo... cazzeggiando"- il mio tono di voce era stanco e amareggiato.�-"Mamma dovresti uscire un po' di più... magari con papà..."-�Scossi la testa.�-"Lo sai che... lo amo ma in verità non lo amo"-�In quel momento mi sedetti sulla sedia di fronte a lei.�-"Lo so, ogni domenica te ne lamenti... povero uomo."- calò il ...
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