In mezzo al mare
Data: 20/03/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: cinziandrea
Il seggiolino è scomodo, ci sto su a malapena. Ma non è quello il problema. Il problema è che sotto il sole non riesco quasi a respirare dall’eccitazione. Sento le gambe immobilizzate, sento lo stomaco che si contorce. Mi sembra quasi di tremare. Ho la bocca asciutta, niente saliva. E il mio costume da bagno fa fatica a trattenere quello che c’è dentro, come un’esplosione. Davanti a me, a un metro da me, la scena più eccitante e sconvolgente del mondo. Del mio mondo, del nostro mondo. Scrivo al presente ma scrivo dopo un anno, perché in quel momento non avrei avuto la forza nemmeno per proferire una sillaba.
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L’ancora è in acqua, il mare calmo e questa barchetta di legno che sa di vecchio sembra una conchiglia solitaria cullata dal blu delle onde. C’è una piccola cabina, c’è il piccolo timone, a prua un paio di metri di prendisole.
E dietro un salottino minimale fatto da un seggiolino di legno su cui sono seduto io e una panchina sempre di legno con due cuscini sopra. Il silenzio è assordante e l’unico rumore che si sente mi fa rabbrividire. Sei seduta sulle sue gambe, costumino due pezzi striminzito e pareo leggero. Gli stai mettendo le mani dietro al collo e tra i capelli. Gli sei seduta in braccio e non vi state baciando, no, vi state mangiando le labbra e le lingue. Non ti ho mai vista baciare così. Le sue mani grandi ti accarezzano la schiena, ti prendono con decisione il sederino e fanno per strapparti il costume. Il rumore dei vostri baci è incredibilmente ...
... eccitante. E’ un bacio esagerato, vedo le vostre lingue che vanno all’impazzata, lui ti lecca il collo e tu gli lecchi la barba di due giorni. Sei stata tremenda. Mi sono tuffato per un bagno di dieci minuti e quando sono risalito sulla barca vi ho trovati così. Non so se sto sognando, non so cosa stia succedendo. Fatto sta che da almeno cinque interminabili minuti vi state baciando come forsennati. Gli lecchi la faccia, gli lecchi le braccia scolpite da muscoli veri e nervini, gli lecchi il petto da uomo di mare abbronzato come se fosse forgiato dal sole. Sussulto quando con una mano ti strappa il pezzo sopra e ti stringe il seno destro. Tu butti la testa all’indietro e lui si butta con la lingua sui tuoi capezzoli. Destro, sinistro e via di nuovo. Tu hai gli occhi chiusi. Io sto impazzendo.
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Doveva essere una gita, solo una gita. Quel tizio, conosciuto al bar del residence, ci era sembrato subito simpatico. Dimostrava cinquant’anni più o meno, altissimo, fisico ben tenuto da persona abituata a saltare da una barca all’altra. Ci sembrava un pirata. Ci aveva offerto un caffè e si era messo a parlarci dell’isola. Ci aveva detto che a un prezzo irrisorio ci avrebbe portato a vedere posticini inimmaginabili per i turisti. Ci sembrava simpatico e anche la sua barchetta di legno ci piaceva. Eravamo arrivati puntuali a mezzogiorno al molo, lui stava sistemando corde e ancore, fumando una sigaretta fatta su con il tabacco. Era del posto, ma parlava bene: evidentemente aveva ...