1. Marta, reina e adelaida


    Data: 25/03/2020, Categorie: Lesbo Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69

    Seguito di “Il giorno di riposo dell’infermiera Marta”
    
    Uno squassante orgasmo mi destò dal sogno erotico che stavo facendo con protagoniste Marta ed io. Urlai, spalancai gli occhi e vidi la testa ricciuta di Reina fra le mie cosce, che con violenti colpi di lingua, mi stava demolendo la fica.
    
    Nella seconda parte racconterò come, con mio grande piacere, divisi il letto con Reina e Marta, che diventarono amanti e lo sono ancor oggi che sono entrambe in pensione. Viaggiano molto e abitano con me, da quando lo zio si é trasferito in Venezuela con una nuova compagna.
    
    Mentre Marta dormiva, dovendo rifare il turno di notte, Reina che avrebbe avuto il giorno di festa, mi aveva chiesto di farle un ditalino dicendomi:
    
    «Stella hai delle mani stupende, usale sulla mia fica come fosse la tua e masturbami come lo faresti con te stessa.» Lo feci con una variante, presi la sua mano e la posai sul mio sesso, poi ci masturbammo a vicenda baciandoci fino a quando l’orgasmo non squassò i corpi d’entrambe. Aspettammo che scemassero i battiti tamburellanti dei nostri cuori poi Reina scese dal letto dicendomi:
    
    «Se hai fatto indigestione il miglior sistema per depurarti è farti un clistere; vedrai che non ti dispiacerà, anzi comincerai a capire come l’ano sia una zona del nostro corpo predisposta al piacere.»
    
    Mi portò nella stanza da bagno, riempì la sacca d’acqua calda, ci versò dentro dell’olio e l’appese al gancio della doccia, poi mi fece inginocchiare nella vasca con le ...
    ... chiappe bene in alto, si unse il dito e mi massaggio a lungo lo sfintere, infine strinse il tubo, qualche centimetro sopra il beccuccio che tolse, fece colare l’acqua che stagnava nel tratto terminale e mentre la guardavo con apprensione, mi disse di non fare resistenza e spinse la gomma dentro fino all’ostacolo delle sue dita che allentò un pochino, di modo che sentissi l’acqua inondarmi, infine spinse più a fondo, adesso avevo dentro quasi un palmo di tubo che mi occupava ano e retto e le mie budella furono travolte da uno tsunami. Quando il contenitore fu vuoto, mi fece alzare:
    
    «Esci e trattieniti più che puoi, intanto io mi faccio la doccia.» Mi disse ed entrò lei nella vasca.
    
    Non resistetti a lungo e il rumore dell’acqua che scrosciava coprì quelli assai meno prosaici della mia diluviante evacuazione. Mi fece poi bere a più riprese del te al limone, fino a che non espulsi del liquido dello stesso colore dell’infuso che avevo ingurgitato. Provvide lei stessa a farmi il bidet, spingendomi ben su all’interno dell’ano il dito insaponato poi, mentre mi lavavo il viso piegata sul lavandino lei, seduta sul retrostante sanitario, mi penetrò il culo con la lingua intanto che mi strofinava il clitoride. Fu così intenso il mio godimento che mi sentii in dovere di contraccambiarle il favore, con la variante che nell’attimo dell’orgasmo lei si girò, mi porse la fica da lappare, ci premette contro la mia faccia che fu inondata dalla sua piscia che bevvi avidamente intanto che mi ...
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