Mirela, tacchi e piedi - cap.2 (approfondimento)
Data: 26/03/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti
... rispose spingendo poi le tette verso di me. Le sfilai il reggiseno e le presi tra le mani stringendole. Si vedeva che erano state rifatte, ma non era un lavoro forte ed invasivo. Era un ritoccata di perfezione. Secondo me aveva preso una misura e le aveva in qualche modo sostenute. Le strizzai, poi portai la bocca ad uno dei suoi capezzoli e lo presi tra i denti. Lo succhiai leggermente ed ella si lasciò andare proprio in quel momento ad un altro orgasmo. Il suo corpo vibrò ed il suo sesso si strinse intorno al mio uccello. Sentii la sua fica palpitare ed il quantitativo dei suoi liquidi incrementarsi. Quando le fu passato si alzò facendomi uscire dal suo corpo. Mi prese per mano e mi condusse fino alla sua postazione di lavoro e mi disse di sedermi al suo posto. Io ero completamente nudo e la situazione mi stuzzicò. Poggiai le chiappe sulla pelle fredda della sua poltrona, mentre ella si sedette sulla scrivania davanti a me. “Che vuoi fare?”, le chiesi. “Ti piacciono le scarpe ma ti piacciono anche i piedi, vero?”. “Ovvio”. “Allora mi perdonerai se per qualche minuto mi sfilo le scarpe?”. “Certo. Ma qui siamo a casa tua, quindi sei tu che decidi”. “Esatto. Ottima risposta. E sempre qui resteremo. Qualora ci sposteremo in un posto alternativo, deciderò comunque io, ok?”. “Ok, padrona”, le risposi sorridendo. A quel punto allora si sfilò le scarpe e le appoggiò delicatamente sulla scrivania, in modo che fossero in primo piano per me che le guardavo. Poi si appoggiò ...
... all’indietro sulle mani e portò i piedi sul mio cazzo, prendendolo di fatto tra le piante dei piedi. Io sorrisi, complice consapevole e partecipe di quel gioco erotico. “Ti piace, eh?!?!?”. “Sei fantastica!”. “Tra poco lo sarò ancora di più”. Poi cominciò a sfregare i piedi sul mio cazzo, di fatto masturbandomi, prima lentamente, poi ad un ritmo sempre più frenetico. Guardavo in alternanza sia lei, che i suoi piedi, che le sue magnifiche gambe davanti a me. Morale non ci misi troppo tempo. Dopo quattro, quasi cinque minuti, sentii il piacere giungere da dentro di me. Mirela lo capì subito e sollevò i piedi unendoli davanti a me. “Vienimi sui piedi, dai”. “Cazz……”, riuscì appena a dire. Mi alzai leggermente dalla poltrona, presi in mano l’uccello e lo orientai verso i suoi piedini. Il primo getto ne colpì uno sul collo pieno, il secondo getto arrivò fino alla caviglia ed il terzo sulle dita del secondo piede. Fu un orgasmo incredibile al termine del quale mi affossai sulla poltrona, sprofondandoci di fatto. La osservai mentre si sfregò i piedi, l’uno contro l’altro, spargendo di fatto il mio liquido seminale su di essi e sulle calze. Poi si avvicinò al bordo della scrivania, li allungò poggiandoli sui braccioli della sua poltrona e sostenendosi all’indietro con le mani mi disse:”Io però non ho ancora finito….”. Capii immediatamente quello che voleva. Allora mi inginocchiai davanti alla scrivania in modo da trovarmi con il viso immediatamente contro la suo sesso e la feci avvicinare ...