1. Lo spunto di un equivoco


    Data: 27/03/2020, Categorie: Incesti Autore: Soniacuginatroia, Fonte: EroticiRacconti

    A volte le tentazioni ci sono; che volete! In ufficio, ogni giorno, a stetto contatto con colleghi che ti corteggiano e magari te lo dicono apertamente. Aggiungiamoci pure qualche incomprensione familiare, qualche fantasticheria e se non si è forti può succedere che si ceda. Ma tutto potevo immaginare tranne che accadesse con mio cugino Gigi che, fra l'altro, è un bel fusto di 41 anni. Io sono Sonia, 37 anni, un marito e un figlio. Sono, me lo dicono o me lo fanno capire, una bella cavalla da monta che sprigiona sessualità da tutti i pori. Me lo dice pure mio marito e devo dire che è molto geloso. Nei primi giorni di giugno ci siamo trasferiti, come ogni anno, nel nostro villino al mare, solo a pochi minuti dalla nostra città in Sicilia. La domenica nostro figlio aveva un mini torneo di calcetto in una città vicina e mio marito, come tanti altri papà, lo accompagnò. Sarebbero rientreti ad ora di pranzo. Proprio quella mattina presto, ricordo che erano appena le 6, azionando il fono si staccò la luce. Loro avevano fretta e, a parte questo, mio marito ne capisce poco e niente. Prima di andare via mi consigliò di chiamare Gigi. Lui è elettricista e in questi casi chiamiamo sempre lui. Lo chiamai che erano le 8.30 e mi disse che sarebbe venuto quanto prima. Ebbi il tempo di fare una doccia veloce evitando di bagnarmi i capelli, indossai l'intimo bianco e un prendisole sempre bianco. Arrivò che erano quasi le 10, in bermuda e maglietta. Gli diddi che mi dispiaceva disturbarlo ...
    ... di domenica. "Ma non mi fare ridere va" rispose. Dopo 10 minuto era tutto a posto e ci spostammo in veranda discutendo. Poi andai a preparare il caffè e parlavamo, lui dalla veranda ed io dalla cucina. Ritornai con le tazzine e, mentre prendevamo il caffè, disse: "Che ce l'hai fiorita!" Va bene che c'era sempre stata una grande confidenza tra di noi, ma quel doppio senso mi lasciò perplessa e lo guardai di traverso sorridendo a mo di leggero richiamo. Quel mio sguardo e quel mio sorrisetto furono, forse, la causa di tutto. L'equivoco fu che il suo non voleva essere un dippio senso, ma si riferiva ai numerosi vasi fioriti che stavano in veranda. Secondo lui il doppio sneso fu quel mio atteggiamento forse provocatorio. Questo doppio equivono fu lo spunto di tutto. Avevo della biancheria intima stesa e mi chiese di chi fosse il reggiseno. "Come di chi è, di chi deve essere? Mio" "Si tuooo. Non mi fare ridere. Le tue minne non ci entrano". Non potei fare a meno di ridere vergognandomi. "Cosa ti ha preso stamattina vaaaa". Ma avevo l'impressione che anche lui pensava la stessa cosa: cosa mi aveva preso quella mattina. "Quello che hai messo è uguale?" "Ma certo" "Non ci credo. Fammelo vedere" "Si, te lo faccio vedere, ma guarda un po". Non so cosa ci prese a tutti e due: lui insisteva ed io ero sempre più propensa a farlo. "E poi te ne vai tranquillo come sei venuto?" "Certo". Mi spostai all'interno intimandogli di restare li in veranda; feci scivolare le bratelline del prendisole ...
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