1. Il prete depravato (cap. I)


    Data: 30/03/2020, Categorie: Incesti Autore: Pierre, Fonte: EroticiRacconti

    ... zia, Elide, che tra le cinque figlie è quella di mezzo, aveva allora trentasei anni, quattro in meno di mia madre, ed era sarta. Era sposata e aveva tre figli adolescenti, era sposata con un uomo che passava molti mesi lontano da casa perché lavorava in Germania e questo contribuì a portarla a cedere a quell'atto insano. Zia mi stava cucendo la veste talare, lunga e nera, per la cerimonia in cattedrale del giorno seguente. Io naturalmente ero tesissimo ed emozionato per l'evento imminente non da poco: la consacrazione ad una vita intera al sacerdozio! In quegli stessi giorni, e da una settimana, ero dilaniato dai desideri sessuali; mi segavo e sborravo di brutto fantasticando dei culoni morbidi e le tettone bianche e pendenti di mamma e delle zie. Ero in camera e facevo avanti e indietro con passo nervoso, ripetendo a bassa voce delle giaculatorie, a mo di mantra, per tenere a bada la fregola e l'arrapamento che mi scuotevano, quando ecco che si presenta zia Elide sulla soglia, con piegata sul braccio la veste talare. Vederla lì, in piedi sulla soglia, con le tettone nascoste sotto la maglia ma che svelavano comunque la loro grandezza rigonfiando il tessuto è stato il colpo di grazia ai miei già tremanti aneliti di mantenermi casto e puro. Il "demone" della lussuria si è impadronito di me, e il fatto di desiderare un incesto con mia zia (una zia consanguinea e non acquisita), proprio alla vigilia di un atto così importante e totale come una consacrazione sacerdotale, mi ha ...
    ... fatto eccitare ancora di più. Non era solo il desiderio di un incesto (una cosa definita nella Bibbia, abominevole) ad alimentare l'erezione, ma era il sentore di un sacrilegio, di una blasfemia, che pompava furiosamente il mio sangue nel cazzo facendolo drizzare e gonfiare in modo osceno la stoffa leggera della tuta. In quel preciso istante ho dato coscientemente al demone della carne e della lussuria il permesso di dominarmi; mi sono arreso a lui e ho lasciato che le mie voglie oscene guidassero il mio agire. E così ho guardato mia zia sorridendole e le sono andato incontro per abbracciarla. Mi sono goduto l'abbraccio, con le sue tette grosse e morbide che si schiacciavano contro il mio petto, e soprattutto, con una 'diabolica' spudoratezza, ho spinto il mio cazzo contro la sua pancia, lasciando la mia mazza dura affondare nello strato di grasso del suo ventre, ci siamo strusciati vogliosamente, seppure separati dai tessuti dei nostri vestiti. Zia si è irrigidita un po', ma il mio abbraccio è restato forte e non ho accennato ad allentarlo. L'ho sentita sottomessa, come se il ruolo che mi apprestavo a incarnare, l'essere in procinto di diventare sacerdote, mi investisse di un potere sacro, e in quel momento mi balena il pensiero eccitante che avrei potuto sfruttare quel potere per soddisfare le mie brame, e quale test migliore di quello per provarci. Ho lasciato che zia Elide si staccasse dalla mia stretta perché sapevo che si doveva abbassare per misurare e dare gli ultimi ...