1. Folle anniversario a roma


    Data: 04/04/2020, Categorie: Tradimenti Autore: cinziandrea

    ... più che altro era la scalinata di Piazza di Spagna e la salita alle sue spalle. Per questo Cinzia a un certo punto mi chiese di chiamare un taxi, con un’aria un pizzico stanca e assonnata. La capivo, eccome, eravamo in pista dal mattino, quindi composi il numero e parlai con il centralino che mi chiese dove eravamo e mi disse che dopo cinque minuti circa sarebbe arrivato il taxi. Ci sedemmo su una panchina in una via alle spalle del Pantheon, in attesa, un’attesa silenziosa interrotta solo da qualche bacio e da qualche carezza, fino a che di fronte a noi si fermò un taxi bianco come tutti quelli di Roma, era una Golf familiare. Insieme ci siamo alzati e abbiamo attraversato il grande marciapiede, fino al taxi. Come sempre mi sono affacciato nell’abitacolo, ho indicato la via del nostro albergo e, per evitare fregature, ho chiesto subito quanto all’incirca avrei dovuto pagare. La cifra era quella giusta, mentre non mi soffermai molto sull’autista, un uomo con accento romano di circa 50 anni portati bene. Notai solo che era leggermente brizzolato e aveva una camicia nera.
    
    Io e Cinzia siamo così saliti sul taxi e, dopo meno di un minuto, è iniziata la mezzora più indimenticabile e pazzesca della mia vita. Eravamo seduti dietro, in silenzio, abbracciati. Io credevo perfino che si sarebbe addormentata, quando all’improvviso mosse lentamente il capo e mi disse all’orecchio:
    
    - “Posso fare una cazzata enorme?”
    
    Io lì per lì rimasi interdetto, non riuscivo a capire e l’unica ...
    ... risposta che mi uscì fuori fu:
    
    - “Cioè? Cosa intendi dire” sempre a bassissima voce.
    
    - “Posso o non posso?” ribatté lei che sembrava rinvigorita.
    
    Non sapevo davvero cosa fare, non capivo quello che lei voleva dirmi, ma mentre pensavo lei mi stringeva ancora più forte la mano e io, in parte divertito, risposi sicuro:
    
    - “Adoro le cazzate. Certo che puoi amore”, sorridendo e baciandola sulla guancia.
    
    Non avrei mai immaginato quanto fosse incredibile quella cazzata. E continuavo a non capire nulla, anzi sempre di meno, quando Cinzia all’improvviso attirò l’attenzione del tassista mettendogli una mano sulla spalla e iniziando a parlare ad alta voce:
    
    - “Mi scusi, è un problema se si ferma un attimo e se vengo davanti? Non devo aver digerito bene e soffro terribilmente l’auto se sto seduta dietro…”.
    
    L’autista, senza nemmeno rispondere, come segno di assenso accostò immediatamente. Cinzia con la mano sinistra fece per aprire la portiera e passare davanti, io le afferrai la destra e la guardai negli occhi per cercare di capire qualcosa, ma il suo sguardo di risposta fu rassicurante, come dire “non preoccuparti, lascia fare a me”. Ero interdetto nel vederla scendere, aggirare l’auto, aprire la portiera davanti e sedersi. Appena accomodata si tolse la seta nera, svolgendola dalle spalle e dal collo e me la diede da tenere dietro. Continuavo a non capire. Non capivo anche perché stavamo per entrare nella via del nostro albergo e quindi non capivo proprio perché Cinzia ...
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