1. Folle anniversario a roma


    Data: 04/04/2020, Categorie: Tradimenti Autore: cinziandrea

    ... avesse fatto questa mossa. Fino a quando Cinzia ruppe il silenzio con un’altra richiesta, che stavolta mi fece gelare il sangue nelle vene. Prese la parola con naturalezza, come se stesse chiedendo un’informazione qualsiasi.
    
    - “Senta, un’altra cosa… Avevo pensato… ma lei preferisce i 12 euro che ci sono scritti sul tassametro o un pompino?”.
    
    Come un tuono fortissimo che squarcia un silenzio tombale. Io ho avvertito immediatamente una frustata, quella frustata di gelosia e eccitazione. Ma mi sembrava di vivere una situazione irreale. Il tassista, a quella richiesta, fece quasi inavvertitamente una brusca frenata. Accostò leggermente e dopo qualche secondo non seppe dire di più.
    
    - “Che cosa?!?”
    
    - “Ha capito bene” era ancora Cinzia a parlare, sempre con il tono da discussione qualsiasi “stasera è la sua sera fortunata. Se non vuole le paghiamo la corsa e nessun problema, ma se vuole le faccio un pompino e siamo a posto. Si decida però, perché siamo quasi arrivati…”.
    
    - “Ma…” il tassista era forse più scioccato di me che guardavo impietrito questa scena. “Ma… mi scusi, cosa intende…” blaterava.
    
    - “Un pompino, ha presente cos’è un pompino?” fu ancora Cinzia a parlare, con una decisione e una semplicità che non credevo possibile. “Se vuole la pago volentieri così. Altrimenti le do i 12 euro e tanti saluti”.
    
    Era incredibilmente disinvolta ed eccitante, almeno quanto io ero scioccato. Ad ogni sua parola sentivo dei colpi tra le gambe. Lui non capiva più niente ...
    ... e lei anticipò quel poco che stava per dire.
    
    - “Il mio ragazzo seduto lì dietro? Senta, poche domande, se accetta bene, sennò nessun problema. So che può sembrarle strano ma ho semplicemente voglia di farle un pompino, quindi se le va bene non si fermi all’albergo, prosegua, si fermi in un posticino tranquillo e si rilassi. Altrimenti, ripeto, buona notte e buon lavoro”.
    
    Lui la guardò fissa per almeno cinque secondi, incredulo. Non lo vedevo nemmeno in faccia, nemmeno mi interessava. Lei, splendida e incredibilmente cinica, guardava fuori, accendendosi una sigaretta. Fino a che lui, con le mani che tremavano, prese il volante, inserì la prima e ripartì. Andava piano, probabilmente era in trance completa. Arrivò davanti all’albergo, fece per rallentare ma poi, all’improvviso, accelerò. Aveva deciso. Cinzia, con un sorriso malizioso come non mai, si girò verso di me dietro:
    
    - “Amore, secondo te ha scelto bene?” mi disse schiacciandomi l’occhiolino.
    
    Non avevo la forza per rispondere, ma l’avevo avuta per slacciarmi la cerniera dei pantaloni e massaggiarmi il pisello durissimo. Lui guidò per una decina di minuti in un clima surreale, buttava giù tutte le chiamate che arrivavano dal centralino, lei invece aveva fumato un’altra sigaretta. Fino a quando, appena fuori dal centro, si fermò in uno slargo alle porte di un parco, in un piccolo parcheggio da cui si vedeva il Tevere. Girò la chiave e spense il motore, quindi ancora un momento di silenzio imbarazzante. Nessuno ...
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