1. Bocca di miele


    Data: 11/04/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Arzacchio

    ... ancora mi trasporto mollemente ed aiutato dalle mani, apro la meta del mio viaggio e spalanco neanche dovessi completamente infilarci la testa intera. Solo la bocca si immette brucando e sciacquando come in un cocomero caldo e succoso, dolce ed acerbo, e come se dovessi mangiarne o berne del tutto il contenuto, lecco con simmetrica precisione ogni millimetro quadrato di frutto.
    
    E dilato con le dita di una mano, e mentre mi soffermo per leccare avidamente ma delicatamente intorno allo stesso punto che sento farsi sempre più sensibile ed in rilievo, con il dito medio della mano destra trascorro momenti preziosi a giocare con le sue piegoline sempre più bagnate accennando ad infilarlo e sfilarlo ed ogni volta con meno fatica. Ed entro piano piano tra un “si…” ed un “ancora…” non incurante dei “piano…” e “più forte…” ma anzi pronto a modificare i ritmi e le pressioni di lingua e dita, insisto di più al fine di iniziare la vera esplorazione interna per darle quel piacere che mi ha chiesto pochi minuti prima. Prima di tutto il medio, poi sempre con una delicatezza che mi spaventa al solo pensiero, anche l’anulare entra completamente ed inizia a premere le sue pareti superiori, sperando di raggiungere senza esitare quei punti misteriosi per noi uomini che abbiamo imparato troppo tardi quanto alle donne piacciano. E curvo le dita in un massaggio che ho paura possa diventare violento, ma da come Roberta si agiti e muova ed emetta gemiti, capisco che le sta piacendo. Tiene gli ...
    ... occhi chiusi ed una mano sulla mia testa, ed alza ritmica il bacino e spalanca le gambe e le ristringe, ed a volte mi sento bloccato tra le sue cosce ma tutto ciò mi incita ad insistere e forzare ogni minima difesa, nel caso ci fosse.
    
    “Non so cosa mi stai facendo, ma continua… continua ancora ti prego… si così… è bellissimo”. In questi momenti ti senti una persona in paradiso.
    
    Cosa c’è di meglio che far godere una donna? A volte ci penso e mi vengono in mente i visi delle donne che ho avute, gli sguardi persi nel vuoto, gli occhi chiusi o socchiusi con il bianco che traspare e la pupilla nascosta, o la bocca aperta e la lingua, ed il loro stringere e rilassarsi e le mani che ti graffiano la schiena. A me fa impazzire tutto ciò come se fosse il concentrato di una vita intera, come se stessi spremendo un frutto per bere le vitamine e farmi forte per amarle di più e più a lungo.
    
    Non sta fingendo. Il mio viso è completamente fradicio dei suoi umori, che lecco e bevo senza ritegno, senza vergogna, come se fosse l’ultima cosa che farò in vita mia. “Non ti fermare… così… così…” e smetto di esplorare continuando a compiere le stesse operazioni, ormai come se fossi un automa, cercando di mantenere il ritmo del suo respiro, del suo ansimare, dei suoi piccoli versi inarticolati, dei suoi muscoli che si contraggono. Come unica variazione stringo in una piccola morsa delicata ora un seno ora l’altro, prima un capezzolo e poi il secondo e con due dita ci gioco all’unisono. Lei ora mi ...
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