1. Femmina e troia


    Data: 13/04/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Lucciola fra le mani

    ... come sono bagnata? Ignorando il mio invito invece si portò una mano ai pantaloni sgranandone concitato la zip. Sollecita mi accosciai baciandogli la patta mentre la mia mano ne estraeva l'uccello già bello duro. Ora lo sentivo pulsare nella mia bocca. Era carne viva che reagiva alle mie labbra soffocanti. Un complesso di proteine che miscelandosi nel sangue dilatavano gli organi sessuali mentre l'anima urlava le sue voglie al cielo. Ecco a cosa servivo: a succhiargli più sperma possibile come fosse veleno di serpente. Ancora una volta prese lui l'iniziativa: spazzando con un rapido gesto del braccio il tavolone dai fogli e dai giornali che lo affollavano; mi spinse facendomi appoggiare gli avambracci sul piano e mettendomi così alla pecorina. Il contatto delle mie poppe sulla superficie fredda del legno mi provocò un brivido. I miei sensi più torbidi si stavano scatenando. Mentre cercavo la posizione, Pino prese a darmi, con i piedi, dei colpetti ripetuti alle caviglie invitandomi a divaricare di più le gambe...ancora di più. Immaginavo che ora l' accesso ai miei pertugi fosse oscenamente esposto a qualsiasi assalto, che non tardò. Le dita furono le prime a saggiarne la morbidezza, se mai ce ne fosse stato bisogno, lunghe carezze, dal basso in alto; poi fu il turno della sua lingua, o meglio del naso, della lingua e delle labbra. Succhiava e grufolava come un verro in cerca di tuberi. Provavo un senso di limpida armonia che andava dalla fica al cervello. Ma stavolta era il ...
    ... culo il suo vero obiettivo. Quando spinse la cappella contro la rosetta, mi strappò un gridolino, ma fu un attimo; l'asta fu risucchiata come ferro rovente nel burro. In quel momento non potei fare a meno di pensare a Raffaella, sua moglie. Tanto ipocrita e disinibita; chissà cosa direbbe ora, se vedesse il suo maritino, che crede così "fedele" all'opera? Pino smazzolava da maestro: entrava e usciva con colpi forti, decisi; mettendo oltretutto a dura prova la tenuta della mia vescica... - Ora che ti sei preso il mio culo, guarda che regalino ti faccio.... Dissi con voce arrochita dallo stordimento. Un attimo dopo le prime gocce dorate crepitarono allegre sulle pagine di giornale sparse sul pavimento, seguite da un primo getto, poi da un altro e da un altro ancora, finché il flusso si normalizzò in un interminabile scroscio liberatorio che dirigevo a mio piacere muovendo il bacino e annaffiando senza ritegno i fogli di carta, il bancone e perfino le mie scarpette nuove. Pino per nulla distratto dalla mia performance continuava estasiato a pomparmi nel culo anche se, lui pure, aveva le gambe e i calzini fradici di piscio. Questa scena mi fece salire la pressione fino al culmine del godimento, urlando il mio orgasmo, alto e forte. - Allora ti è piaciuta la mia pisciata? Dissi riprendendo fiato. - E a te, quanto piace il cazzo nel culo? - Tanto, tanto! Da morire. Continua co..sì. Si, si! - Amore, che dire?! Sei la sultana delle troie. Hai il culo morbido come la tua bocca... - ...