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Ornella ha pagato quando ha cercato di farmi cornuto
Data: 14/04/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: alybas
... fretta e mi masturbai furiosamente pensando ad Ornella, in maniera compulsiva. Non riuscivo a stare. Riaccesi il cellulare e vidi un messaggio di Ornella. Lo lessi ma non risposi. Mi faceva sapere che martedì sarebbe venuta a Roma e preferiva non incontrarmi visto il suo tentativo di costruire la vita con un altro uomo. Inutile dire che ciò mi fece imbestialire. Sapevo che lei aveva una casa a Roma, vi ero andato un paio di volte per cui la rabbia e l’istinto mi spinsero a dare sfogo a tutto quello che avevo in corpo. Passai i due giorni che separavano tesissimo dopodiché scelsi un orario che a me sembrava giusto e mi precipitai letteralmente a casa sua. Suonai al citofono del cancelletto e mi fu aperto, senza che mi fosse chiesto chi fosse, superai il piccolo giardinetto ed entrai nel portoncino, feci le scale con rapidità e suonai al campanello della porta, sentendo dei passi. La porta si socchiuse e comparve Ornella in vestaglia che sorrideva sicura di trovarsi di fronte ad una sua amica. Daria era, infatti, il nome che le era rimasto in gola. Aveva gli occhi del sonno e appena ripresasi dallo stupore di vedermi, mi chiese indispettita cosa facessi li. Si stava facendo la tintura ai capelli, il suo solito colore rosso mogano. Era tutta impiastricciata nonostante una cuffia in plastica simile ad una busta, che aveva in testa. Aveva imbarazzo mentre io ero furente e vederla in quella maniera. Aveva una camicetta da notte vecchia e sdrucita. Le strappai subito la vestaglia, ...
... ma lei aveva capito le mie intenzioni e aveva cercato di divincolarsi. Io fui molto più lesto e spietato. La presi subito alla pecorina, spingendola verso il tavolo che era nell’ingresso. Gridò in maniera stridula con quella busta in testa, mi disse di lasciarla, diceva no in continuazione. Io la mungevo con tutta la forza che avevo, con lei che era rimasta senza voce, senza fiato. Le strappai le mutandine che aderivano al suo culone e iniziai a sditalinare la figa. Lei si inumidì subito, poiché io la conoscevo bene e sapevo come trattarla. Provò a resistere ma iniziò subito ad andare sotto pressione. La sapevo suonare come uno strumento, senza darle un attimo di tregua e senza risponderle lasciai che il suo corpo rispondesse alle mie sollecitazioni. Ansimava. Rivolse il suo volto indietro verso me, ma io in maniera autoritaria la spinsi in giù e con il viso la sbattei violentemente sul tavolo più e più volte. La schiaffeggiai con forza e la colpii sulle natiche. Capì finalmente che questa volta ero determinato come mai. Ero intenzionato a farmela. Volevo sfogarmi di tutto il desiderio e la libidine che avevo accumulato…………. con lei che credeva di farmi cornuto. Si lamentò ma non più di tanto, doveva gemere e ansimare come al suo solito. Le ficcai in figa tutta la mano Tendeva il culo sporgente e io lo carezzavo ma non entravo mentre la figa era diventata una vera fontana di umori. Finalmente la rimisi di fronte a me. La schiaffeggiai e le imposi in bocca il cazzone, senza ...