1. LA FATA DI FERRO 1


    Data: 24/08/2017, Categorie: Lesbo Sensazioni Autore: Giovanna, Fonte: RaccontiMilu

    ... tra quelle due montagne calde e tenere. Sulla sommità, sorgendo come un tempio tibetano, dall�aureola larga e scura i capezzoli, turgidi e torniti, grossi come la punta di un dito svettavano, allettando al piacere. Il contatto della pelle nuda con i luoghi più intimi della sua �madrina� resero la principessa euforica, come ubriaca. Abbandonò ogni freno inibitore e si avventò con le mani su quei seni e sulla pancia che li sosteneva con le mani bramose di toccare. Sotto di lei la sua farfalla gocciolava estro macchiando di umido la pelle del divano. Quel silenzio indifferente e annoiato della fata, che spesso era stato causa di dolori d�amore nella giovane principessa, ora era benedetto. La donna immobile si lasciava sballottare, tastare, annusare, senza dare segno di fastidio. Alba aveva perso la testa � adesso era quasi pronta al passo decisivo: la vicinanza del suo viso e della bocca a quel seno generoso la invitava a prendere i capezzoli tra le labbra e a succhiarli con foga e passione. La voce della Fata di Ferro arrivò pacata, ma decisa ... in maniera del tutto inaspettata ... come uno schiaffo sulle mani. La matrona uscì all�improvviso dal suo torpore sibillino. Risorse e voltandosi verso Alba, la fissò con gli occhi scuri, ardenti come braci: - Ma ti piace veramente quello che stai facendo? - Alba sussultò. Ritirò la mano. Si irrigidì come se fosse stata colpita da un ceffone. Nonostante la donna continuasse a rimanere immobile sul divano, con i seni fuori dall�abito ...
    ... stretto; nonostante l�orlo sottostante, sollecitato dai moti inarrestabili della ragazza, fosse salito fino a scoprire tutte le grandi cosce e perfino la mutandina bianca di cotone � fu la ragazza a sentirsi a messa a nudo. Si sentì scoperta, in un gioco che follemente aveva pensato di poter occultare. Si vergognò di avere approfittato � esagerato � usurpato. Aveva invaso ogni giorno di più l�amicizia bonaria della fata, frugando sempre di più il suo corpo. Quel giorno aveva di certo esagerato e all�improvviso provò su di se tutta la violenza della colpa della sua trasgressione. Rimase impietrita mentre, improvvisamente sobria, dopo la sbornia di piacere, desiderava sprofondare, per non dover ammettere così spudoratamente la sua insana passione. Il tempo si era fermato nel soggiorno � tutto sembrava tacere. La Fata di Ferro impassibile come un�aguzzina scrutava l�anima di Alba, passandole attraverso gli occhi, chiari come l�acqua. Poi finalmente sul suo viso si disegnò un leggero sorriso che odorava di panna montata. Riprese la sua posizione comoda sul divano e lentamente cercò la mano di Alba, riportandosela al seno e accogliendola sui capezzoli cedevoli. Appena la ragazza si sciolse dalla morsa della paura, poggiò la testa nuovamente sul braccio della fata. Allora lei l�attirò a sé fino a quando la bocca non si poggiò sul suo seno voglioso. Mentre Alba succhiava e leccava in maniera inesperta, ma efficace, la fata le sussurrò all�orecchio: - Tu lo sai che tutto questo è ...