Matilde 02-24 - e adesso basta
Data: 16/04/2020,
Categorie:
Lesbo
Autore: Alex46
... inserirlo lentamente nel buco più stretto. Ci vuole un po’ di tempo, ma alla fine riesce a infilarlo, movendolo poi su e giù con discreta decisione. Per fare questo deve appoggiarsi maggiormente sulle ginocchia.
Mi affascina contemplare questi due buchi riempiti, mentre prendo l’iniziativa di muovere io stessa entrambi gli oggetti.
Tutta impegnata, quasi non mi accorgo che Gisella si sta occupando di me.
Le sue dita si trastullano con le mie cosce, scivolano con dolcezza sull'inguine, dandomi un sottile e prolungato brivido. Nonostante l'esperienza con la fotografa, quell'Anna, in fondo continuo a rifiutare l'idea che il mio corpo sia violato in quel modo da un'altra donna, diversa da te, Matilde. Eppure sono lì, e non è che vorrei essere altrove.
Se lo faccio è perché i sensi sono più forti di me. Quella mano che avanza così decisa, quelle dita agili che mi aprono come se fossero le mie stesse dita, che mi accarezzano con decisione il clitoride, m'infiammano: sento un calore che annulla ogni resistenza.
Niente di paragonabile al misero piacere che riesco a darmi quando mi accarezzo da sola. E per un po' di mesi sono stata tanto sola.
Mi sto bagnando, come se l'orgasmo selvaggio di prima neanche fosse esistito.
Ansimo: - Così, dai, frugami, infilami due dita. Girale dentro, chiavami, sbattimi!
E lei: - Non smettere, non fermarti neppure tu!
Mi sento dilatare, irrigidita da una sensazione che mi stordisce. Ho voluto farle vedere chi è più troia, ...
... ma ho trovato una bella rivale.
Infine Gisella affonda le dita nella mia figa strabagnata. Un urlo mi si strozza in gola, inizio a gemere mentre mi sento la figa riempita come se fosse la prima volta. Poi inizia il movimento di stantuffo, inesorabile, violento, mentre con i polpastrelli dell'altra mano Gisella mi lavora il clitoride, indugia, struscia e sfrega, come una folle.
Per farmi godere ha rinunciato a muoversi con il bacino, fidandosi solo della mia abilità. Il dildo rosa è lì piantato tra le gambe ed emerge solo per metà, rinuncio a muoverlo più di tanto. Sul davanti però non smetto di fotterla, sfondandola a ripetizione fin nelle profondità più inaccessibili del suo basso ventre.
Ormai è una guerra, senza esclusione di colpi. Lei con una mano mi strizza il clitoride, con l'altra mi sbatte la figa con la dita. Io con una mano le stantuffo il dildo nero, con sciabordii e rumori osceni, con l’altra mi tormento frenetica un capezzolo.
C'è cattiveria, sadismo forse, nella mia foga, e la stessa strana mescolanza di sesso e rudezza la sento in Gisella. Ci muoviamo all'unisono, perfetta macchina di piacere, ma quasi da infarto.
Pochi istanti ancora sono sufficienti, sotto quelle spinte sempre più potenti improvvisamente, inarrestabile, un'inebriante sensazione di calore si diffonde dalla pancia, risale lungo il corpo, si conficca nel cervello. È l'orgasmo, sconvolgente, ben più furioso di quello provato poco prima.
Mentre anche il bacino di Gisella sembra ...