Nero per caso pt. 1: lo scontro.
Data: 18/04/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: VulcanicaMente
Ho 53 anni e nella vita mi sono tolta una buona dose di sfizi a fronte degli infiniti oneri che questo meraviglioso cammino impone. Ho avuto qualche ragazzino nel fiore dell’adolescenza, un uomo di dieci anni più grande di me quando ero appena maggiorenne che mi ha illustrato tanti trucchetti che fanno parte del mio ventaglio di abilità e, infine, ho condiviso il resto dei miei giorni con l’uomo che mi ha portato all'altare senza mai tradire la sua fedeltà eccetto alcuni flirt mai andati oltre qualche parola o pensiero malizioso.
Il carattere dominante e la “bellezza selvaggia”, per usare un’espressione di tanti vecchi corteggiatori, mi hanno sempre permesso di orchestrare i piccanti giochi di sguardi e i dialoghi pungenti con gli uomini che mi hanno desiderata. Ho sempre gestito con piacere perverso le loro avanches crogiolandomi nel mio status di femme fatale che non lascia niente se non il cazzo duro a coloro coi quali interagisce.
Mio marito Lucio ha sempre avuto più fantasia che un gran cazzo, ma non mi ha fatto mancare niente tra le lenzuola e, laddove i suoi 12 cm non potevano, una varietà di dildi di tutte le forme sopperivano alle mie necessità, rendendomi in un modo o nell'altro appagata.
Il buon Lucio impazzisce ancora per me anche adesso che qualche capello bianco compare nella mia folta chioma bionda. Del resto come dargli torto? Il mio viso è un miscuglio perfetto tra lineamenti angelici e tratti da troione con due occhioni neri circondati da qualche ...
... lentiggine e due grosse labbra morbide. Un corpicino minuto e sinuoso, in forma grazie ad una genetica generosa, ospita due seni molto grandi e cadenti per l’età, sui quali troneggiano due capezzoloni scuri come la notte. Infine due gambe slanciate sorreggono un bel culone compatto, di quelli che un uomo non può non girarsi per guardarlo.
Eppure sento che qualcosa manca, penso mentre mi abbandono al sonno.
Mi sveglio con la percezione, confermata dall'orologio, di essere in ritardo, riesco a prepararmi in 15 minuti mettendo le prime cose che afferro nel guardaroba, una passata essenziale di trucco e mi fondo nel vivo della città.
Il suono tambureggiante dei tacchi sull'asfalto mi accompagnano verso l’azienda dove lavoro. Mi accorgo subito di aver indossato, nella fretta, il perizoma che mi ha regalato mia sorella per i miei 50 anni e mi imbarazzo istantaneamente al pensiero che si possa intravedere in caso di movimenti bruschi.
Lungo la strada incrocio molti uomini i cui sguardi sento poggiarsi ovunque sul mio corpo, ma non do loro la soddisfazione di essere ricambiati.
Con passo celere svolto nella traversa adiacente alla mia meta e due secondi dopo mi trovo stesa supina. «Signora riesce a sentirmi? Tutto bene? Come si sente?» Cerco di mettere a fuoco ma sono oscurata da una figura imponente. «Scusi ma è sbucata all’improvviso». La figura mi aiuta ad alzarmi porgendo un braccio roccioso, ma appena in piedi perdo nuovamente l’equilibrio, così l’uomo, reggendomi, ...