1. Gaia fa spese


    Data: 19/04/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: scopertaeros69

    ... senza minimamente spazientirsi per la logorrea fallica del commesso e la provocazione di lei: “No va bene non è troppo grosso” e poi verso il commesso “Siamo interessati a dildi e falli non ad estintori, feraporta o traslocatori di organi che spostano pancreas milza e fegato quando entrano”. Il commesso ride nervoso e si fantasma, lui si gira a guardare Gaia fintamente irritato, i suoi occhi lo tradiscono, il desiderio che ha di lei non sfuggirebbe neppure ad un osservatore distratto. Di nuovo lei glielo chiede con quel sorriso da stregatto stampato in viso, “Che ne dici? non è troppo grande per te?”. Lui la bacia prima di risponderle “ a dire il vero grosso così non l'ho mai preso, ma offrirmi a te anche così credo ne valga la pena”. Indugiano ancora qualche attimo tra l'oggettistica BDSM, poi vanno a pagare, escono nell'aria fredda della sera, ancora mano nella mano così apparentemente innamorati ed innocenti, così perversamente e torridamente legati e desiderosi l'uno dell'altra. Quel sacchetto di plastica anonimo, dal contenuto che scompenserebbe ben più di un benpensante, ondeggia dalla mano libera di lui, Gaia ogni tanto lo guarda e lui ne segue lo sguardo compiaciuto. Si fermano a mangiare un panino in un caffè poco lontano, sotto i portici, prima di riprendere la loro passeggiata, temporeggiando con il loro desiderio, frenando loro stessi per non affrettare il passo a quella stanza d'albergo che li aspetta, calda come un ventre materno, muta come un eunuco. La ...
    ... receptionist carina e compita dietro il banco consegna la tessera magnetica, non ha nessun sguardo d'interesse per quel sacchetto, entrano in ascensore, lui cedendo il passo a lei, poi a porte chiuse, come una fiera la sbatte contro una parete, le bocche s'incollano, rispondono, si cercano, le montature degli occhiali cozzano mentre occhi affondano dentro altri occhi. I due escono dall'ascensore apparentemente calmi, percorrono il corridoio felpato di moquette sino alla porta della loro alcova di quella notte. La porta si richiude alle loro spalle, il caldo della stanza contrasta vistosamente con la superficie ancora gelida dei loro giubbotti che trovano presto posto su una sedia. Di nuovo si cercano per un abbraccio per un bacio, prima da riconquistare la calma necessaria per rimanere entrambi nudi ed entrare insieme sotto la doccia. L'acqua li unisce imperlando il vetro del box rendendo indistinte le loro figure nel vapore che a volute li avvolge, fino a rendere indistinguibile chi si sia chinato dinanzi a chi, in una sorta di metafora del loro cercarsi per prendersi e volersi come se non avesse importanza alcuna chi fa per primo cosa. Escono rinfrancati e fradici, appena placati nel loro desiderio, si asciugano l'un l'altra con cura, ogni loro gesto è una ricerca di piacere nel tocco dell'altro. Nudi sopra le lenzuola fresche, lui aveva cominciato ad asciugare ogni goccia residua d'acqua con la bocca fino a quando poi risolutamente aveva puntato alla sua fica affondovi il volto ...