1. Il bambolotto prima parte (racconta ginetto)


    Data: 21/04/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Mirosa

    ... cercando, vedrai che ci distruggeremo dal godere.» Assentii con un cenno e continuai a succhiare. Cesira divaricò le gambe: «Spingi un dito nel culo, gioia!» Mi ordinò bofonchiando, l’accontentai e andai ben oltre, scopandoglielo a lungo con l’indice e il medio uniti, portandola al parossismo al punto che con voce roca emetteva suoni gutturali incomprensibili . Scegliendo il momento opportuno le stuzzicai il foro dell’uretra fino a quando l’atteso schizzo tiepido di piscia, m’inondò la bocca, la sentii allora sussultare violentemente, scossa dall’orgasmo: «Sei un gran maiale!» Ripeteva in continuazione intanto che mi premeva la faccia contro la fica già fradicia di saliva e liquidi, quasi volesse fagocitarsela dentro, dando forti contraccolpi col bacino. Lanciò un urlo brutale, allentò la presa sulla mia nuca, rimase a lungo in apnea, e quando riprese a respirare regolarmente, mi disse: “Tu non hai ancora goduto, Ginetto, adesso vedrai che Cesira ti caverà dalle palle fino all’ultima stilla di sborra, come tu mi hai prosciugato di ogni rimasuglio di linfa.
    
    Adesso ti sdrai nel letto e la mia bocca che giocherà col tuo cazzo, ti porterà un sacco di volte vicino all’orgasmo per poi interromperlo, sarà per te una dolce tortura, alla fine ti permetterò di godere, poi ci faremo le coccole e mi racconterai dove, come e quando hai imparato, a essere così porco e io ti narrerò della mia vita di merda. ” Mi fece coricare alla sua destra, unì la sua bocca alla mia, le nostre lingue ...
    ... si attorcigliarono, la sua mano iniziò a pizzicarmi i capezzoli, la imitai e mi accorsi che i suoi avevano raggiunto le dimensioni di un filtro di sigaretta, le schiacciai allora i seni l’uno all’altro per schiaffeggiare con la lingua le due eccitanti protuberanze. Cesira me lo permise per pochissimo tempo, perché mugolando, mi si dispose sopra, s’impalò col mio cazzo, mi cavalcò una decina di volte fino a che la sua fica iniziò a gloglottare, poi si portò con la bocca all’altezza dello stesso e iniziò a lambirlo con la lingua, assaporando i suoi stessi effluvi, mischiati agli afrori del mio sesso esasperato. Finalmente l’imboccò; raccontare che mi stava facendo un pompino, più che riduttivo sarebbe un insulto alla sua arte; il succhiare era lieve, pressoché inesistente, non avvertivo nessuna asperità, dentro la sua bocca intrisa di saliva, che non produceva alcun rumore, i denti neppure sfioravano il glande. Il mio membro era avvolto in un tepore, il dito che a intervalli s’inumidiva nella vagina, le serviva per umettarmi il foro anale, con un leggero e umido, strofinio. Io non esistevo, lei non esisteva, non esisteva il sesso che stavamo facendo, eppure seppe portarmi più volte al limite, al punto di non ritorno, ma non ero io a trattenere l’orgasmo, bensì lei che quando avvertiva le contrazioni del mio sfintere, interrompeva la manipolazione e smetteva di poppare. Estasiato seguivo l’orgasmo salire per poi decrescere e mi dava l’idea di quei “puncing ball” da luna park che ...