1. La proposta


    Data: 24/04/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Lesbo Autore: iset60

    Non navigavo nell'oro ma avevo da parte qualcosa e per un po' di tempo potevoanche non lavorare. La casa era un bilocale fronte mare al primo piano, conpochi mobili ma di buona qualità: puntavo più sul comfort che sui mq, e avevovenduto la vecchia casa dato che Marco e i figli erano "per i fatti loro" e io,di fatto, vivevo al nord. La casa quest'anno non l'avrei affittata dato chel'avrei dovuta abitare. Facevo i miei calcoli mentre salivo le scale e aprivola porta di casa: entrata appoggiai la borsa e mi tolsi la giacca e le scarpe,entrata in camera terminai di spogliarmi. Si erano fatte le 4 del pomeriggio edecisi di riposarmi e solo più tardi avrei dato luogo ai preparativi . Restaiin dormiveglia e ripensavo al fatto che avrei dovuto dare fondo a tutte le miecapacità persuasive: il pensiero che non volevo uscisse fuori stava, invece,affiorando. Mi sarei dovuta concedere? Qualcuno avrebbe dovuto approfittaredelmio corpo? Erano mesi o forse un anno che non avevo rapporti: mi masturbavoogni tanto, ma nell'ultimo anno e sopratutto negli ultimi mesi i mieipensieri,come quelli di molti italiani , erano concentrati su come mantenere il postodilavoro. E poi se anche avessi usato il mio corpo c'era sempre il rischio diessere scopata e niente in cambio.Rivedevo quasi il mio ultimo datore dilavoroche quasi sperava, mentre mi stava licenziando, di aver diritto a un'ultimascopata: da dire che con lui non avevo avuto che un rapporto, pure orale, eaddirittura tre anni prima.Non era ...
    ... molto dotato, era in là negli anni, vennequasi subito: ottenni il posto di lavoro, e poi sia lui che io ci dedicammosolo allavoro e senza risparmiarci: due anni senza sesso...uno sbaglio, forse! Erocosìassorta in questo flashback che ,se non mi fossi rigirata nel letto, non avreivistoche era ora di darmi una mossa. Anche se era un cena con il datore di lavorodecisidi indossare un vestito e un pantalone tipo fuseau: avrei messo in risalto ilmio culone,ancora piacente, almeno così speravo, mentre il vestito, con la sua aperturafrontaleavrebbe messo in risalto il mio ampio seno. Non avevo pensieri strani, cio&egravenon pensavoche il capo, Giovanni, mi avrebbe portato a letto: anzi, credevo che se laintendesse conla più giovane, anche lei un po' formosa, Roberta. Azzardavo pensieri supompini o cosesimili, come una sega, o a maldestri tentavi compiuti dal capo per sfiorarleil non piccolosedere: ma ,appunto, forse erano solo miei pensieri generati da quello che nonvolevoammettere: lei, poteva essere o meno una mia concorrente?Non subito, ma neltempo?Mi chiedevo queste cose mentre mi truccavo, pensavo al fatto che lui miavrebbe potutoriaccompagnare per ultima, o che lei poteva chiedermi di salire a casa sua perparlarmi.Erano le 20 e 30 spaccate quando suonarono al citofono: era lei che miinvitava a scendere.Scesi e fui invitata a salire ,stranamente, a fianco del capo: lei vollesedersi dietro.Lui: come va Monica da stamattina ad ora? Non risponda, immagino che si saràposta unmucchio di ...
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