1. Dorothea: la dea dei boschi


    Data: 22/11/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: light78, Fonte: Annunci69

    Settembre volgeva al termine. I boschi tuttavia non avevano ancora mutato la loro vegetazione: la stagione era ancora in ritardo. Sembrava quasi fine Agosto e la stagione turistica non era ancora finita.
    
    Mi avvicinai a lui, dopo un'ora di ricerca affannosa.
    
    Il manico era bello grosso, duro, giovane; la cappella scura, bagnata dalla rugiada del mattino.
    
    Finalmente avevo trovato il porcino che tanto avevo sognato.
    
    Lo accarezzai lungo la cappella, gli tolsi i fili di erba che lo ricoprivano appena.
    
    Ora mi appariva nella sua interezza.
    
    Tirai fuori la mia Nikon, immancabile compagna di avventure, e cominciai a fotografarlo da ogni angolazione.
    
    Dietro di me sentii dei passi. Mi nascosi istintivamente dietro il primo albero, temendo fosse la Guardia Forestale, anche se quel giorno ero perfettamente in regola, permesso e cestino alla mano.
    
    Apparve una splendida fanciulla biondina con le treccine, occhi azzurri, vestita con una camiciettina scozzese e un completino a zuava tirolese. Io ero rannicchiato sotto il castano, nascosto nella mia mimetica, dubitavo potesse vedermi.
    
    Ne approfittai per carpirle alcuni scatti mentre con il bastone in mano, perlustrava i pineti in cerca di porcini anch'ella. Il mio timore era che si dirigesse verso di me, trovando così il mio. Cosa dirle? Come comportarmi? D'altronde non potevo di certo uscire ora – pensai – l'avrei fatta morire dallo spavento!
    
    La situazione era paradossale. E lei si stava proprio recando verso di ...
    ... me..
    
    Ora era vicina. Bastava alzasse un po' gli occhi e probabilmente mi avrebbe visto, rannicchiato lì sotto l'albero.
    
    Cosa inventarmi?
    
    Ad un certo punto sentii lei saltare. Mi ero scordato dello splendido esemplare di porcino davanti a me.
    
    Lei si inginocchiò. Fummo faccia a faccia. Ora non poteva non vedermi.
    
    Ma ancora una volta fui lesto. Avevo imbracciato la Nikon. Vide sono una cannone che osservava quello splendido esemplare, e me dietro sdraiato! Sobbalzò!
    
    “Ehy! Ma è tanto che sei qui?!? Cosa stai facendo!!”, mi urlò!. Io con voce pacata “Psss.. Sono uno studioso. Così ne blocchi la crescita! Lo sto fotografando da 2 ore!”
    
    Mi guardò tra lo stupito e l'interessato. Vedeva in me un fuso di testa forse. Ma pensai che se la fosse bevuta.
    
    Poi un po' stizzita esclamò “Sì ok, ma ora il gioco è finito! Devo staccarlo per il manico e continuare la mia ricerca!”.
    
    Io la sfidai “Non penso proprio. L'ho trovato prima io! Ce ne saranno altri!”
    
    Vidi la vena in fronte di lei che si ingrossò, l'odio percorrere il suo sguardo. A lei non andava giù di lasciare a me, quella cappella ora baciata dal tenue sole mattutino.
    
    “Ok bella! Facciamo così! Facciamo metà a testa!” il gioco cominciava a piacermi. Mi dispiaceva lasciarle metà del prezioso bottino: ma cercavo di stabilire con lei un contatto prima che se ne andasse. La ragazza era bella, specie ora che era incazzata. Mi era salita una voglia di darle tanto, di più di quel mezzo manico..
    
    Si girò..”A chi ...
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