1. Dorothea: la dea dei boschi


    Data: 22/11/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: light78, Fonte: Annunci69

    ... il manico? A chi la cappella? Capisci che non ha senso?”. “Lo tagliamo per lungo!”replicai.
    
    “Ok, affare fatto! Ma lo stacco io. Mi piace prenderlo in mano!" esclamò con rabbia. Sogghignai.
    
    Lei mi guardò. “La smetti di sogghignare? Sì, mi piace prenderlo in mano..”
    
    Mentre lo staccaval le continuavo a scattare le foto: non si ritraeva, né si chiudeva i bottoncini della camicietta. Non poteva non essersi accorta che i seni facevano capolino fuori dalla scollatura..
    
    Ci sedemmo sul prato. Lei afferrava il manico e lo teneva ben stretto: passai la lama del coltello ben affilata. Ne feci due parti perfette.
    
    Mi guardò all'improvviso, quasi a supplicarmi di non lasciarla ora che avevamo concluso la nostra missione.
    
    Tirai fuori dal mio zaino della cioccolata. Giela sporsi. Finalmente un sorriso e un grazie.
    
    “Cosa fai qui sola?” “Quello che fai te..Vado a funghi, ma in modo meno goffo!”e scoppiò a ridere. “Cosa facevi nascosto lì sotto?”. Dovetti raccontarle tutto! Rise di me, ma almeno ora cominciavamo a socializzare.
    
    Era una ragazza del posto, lo avevo intuito anche dall'accento, e dalla camminata agile.
    
    Dorothea il suo nome, gestiva d'estate con la famiglia la baita a 2500 metri.
    
    A pranzo si occupava di servire a tavola i tipici piatti locali: ora l'avevo riconosciuta, era la splendida ragazzina sbarazzina che pochi anni prima avrei messo la firma a battezzare. Ma ahimè, al tempo era troppo piccola.
    
    Ora era una giovane fanciulla, i seni ben torniti, ...
    ... i muscoli ben scolpiti, la pelle molto abbronzata.
    
    Il tutto contrastava con i capelli chiari e gli occhi celesti. Non aveva trucco. Aveva delle bellissime lentiggini sulle guance.
    
    Raccoglieva i funghi per poi servirli a mezzogiorno. Mentre me lo raccontava le porsi la metà del mio porcino, mi sembrò giusto così. Le avevo già fatto perdere tanto tempo, e stimavo quel modo di guadagnarsi da vivere.
    
    Lei nel vedere quel mio gesto, così naturale, mi baciò. Un bacio passionale, lungo.
    
    Denotai in lei la voglia di essere coccolata, accarezzata, una grossa carenza di affetto: la avvolsi con tutto il mio corpo.
    
    Le sue mani avvolsero il mio in ben che non si dica: sfilò i miei pantaloni e le apparve uno splendido esemplare di manico. Mi sussurrò all'orecchio “Questi sono esemplari unici..questo non lo dividerei con nessuno..” e mi baciò l'orecchio.
    
    Io ero in estasi. La ragazza era molto country. Non era la classica ragazzetta di città.
    
    Era pulita, nulla da dire. Ma quando le scoprii la vagina, quel batuffolo di pelo, bello, un po' “nature”, mi aizzò una voglia selvaggia.
    
    La volli sopra di me. Osservarla in tutta la bellezza. Tenerla per le treccine mentre cavalcava il mio manico furente.
    
    Presi la Nikon. Non potevo farmi sfuggire scatti di tale intensità.
    
    La mia mano destra sul seno, la sinistra sulla treccina a reclinarle indietro il collo mentre cavalcava: la Nikon appoggiata sul mio petto ad immortalare con autoscatti in sequenza tutta la scena.
    
    Lei si ...