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Do ut des
Data: 08/05/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: SalBsx
Una mattina, una voce per niente familiare mi ha chiamato per cognome ma dato che tiravo diritto ha insistito e poi ha usato il soprannome che avevo tanto tempo fa e che nessuno usava più da anni: ho dovuto fermarmi per forza. Una faccia che non mi diceva assolutamente nulla mi ha salutato come si fa quando si incontra un vecchio amico e pur essendo certo che mi avesse scambiato per qualcun altro gli ho stretto la mano facendo buon viso a cattivo gioco ma solo perché aveva usato quel nome. La voce che era diventata una faccia si è presentata dicendo semplicemente che eravamo stati compagni di classe al liceo. Non avevo idea di chi cazzo fosse quindi decisi che di sicuro era uno di quelli di cui non ti interessa niente, di quelli che il gruppo non vuole ma che invece ti ritrovi sempre in mezzo alle palle, uno di quelli che prendi per il culo e di cui ti dimentichi subito dopo averlo fatto perché contano meno di zero, lo sfigato di turno di cui ti scordi ancora prima del suono della campanella, insomma: era certamente un secchione! Siccome la memoria continuava a non aiutarmi e che a dirla tutta non me ne fregava niente di scoprire chi fosse gli ho dato un biglietto da visita e facendo finta che mi avesse fatto piacere rivederlo dopo così tanti anni me ne sono liberato: o così credevo! “Allora ci sentiamo presto, ciao” Ho detto che andava bene ma stavo già pensando a quale scusa inventarmi per rifiutare qualsiasi suo invito e togliermelo di nuovo dalle palle dato che ...
... ricordare quegli anni e quella gente non era tra le mie priorità. Qualche giorno dopo però mi ha telefonato e pur controvoglia mi sono presentato all’indirizzo che mi aveva dato: una villetta appena fuori città. C’erano un paio di altri compagni del liceo di cui non riuscivo a ricordare nulla e ciò voleva dire che facevano tutti parte della stessa categoria, quella degli inutili. Ammetto comunque di aver passato una serata piacevole e infatti ho promesso che avrei accettato volentieri un altro invito da parte sua che è puntualmente è arrivato pochi giorni dopo. Eravamo una decina e dopo un’ottima cena ci siamo trasferiti in giardino. La cosa buona era che si ricordavano tutti di me, quella cattiva che io invece no. Ero la star della serata, si parlava degli amici e delle compagne di quei tempi, di quante me ne ero fatte ma la maggior parte voleva sapere se alla fine avessi sposato la strafiga della classe, quella di cui ero così fiero di farmelo succhiare. Per la cronaca: lo avevo fatto ma non era stata una grande mossa, ora siamo divorziati e io frequento un’altra che ai tempi della scuola non era così strafiga ma di sicuro oggi scopa alla grande, meglio ed è anche più porca di quell’altra! Ho gestito la serata e facevo ridere tutti coi miei racconti fino a quando lui mi ha chiesto se oltre alle ragazze mi fossi mai fatto un compagno… maschio. Gli ho chiesto se per caso stesse scherzando: io con un maschio, ma per favore! E poi…… “ Alea facta est! Adesso piantala!…tocca a me ...