1. Ricordo di un’amica che non c’e’ piu’


    Data: 12/05/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: bek

    ... E’ stato un bacio castissimo, leggero, fresco, di una piacevolezza che supera le mie peggiori fantasie erotiche. Mi sembra di sentire ancora adesso il profumo alla mela verde dei tuoi capelli castani. Ci siamo staccati, sempre lentamente e ci siamo guardati di nuovo negli occhi. A quel punto non ho piu’ resistito, ti ho abbracciata e ti ho baciata in maniera piu’ maschia, un bacio profondo, con le lingue che si cercano, con le labbra aperte che premono…e tu, sorrido ancora oggi al ricordo, con il braccio destro attorciliato al mio collo e il sinistro (quello con la mano fasciata), dritto verso l’alto, come quando a scuola vuoi prendere la parola. Senza staccarci, ho incominciato a toglierti la camicetta bianca con le maniche corte, sei rimasta in jeans e regggiseno bianco, l’ottava meraviglia, meglio che nuda, giuro. Ci siamo stesi sul divano, tu sotto io sopra, io vestito, tu una DEA. Che bello simulare, anche coi jeans, l’atto finale. Ti sentivo cercare la pressione della mia patta che si era gonfiata e indurita fino a farmi male. Di colpo ti sei fermata e facendomi mettere seduto, hai finalmente liberato (con non poca fatica, avendo una sola mano a disposizione) il mio membro curvo e durissimo. Io stravaccato sul divano con pantaloni e mutande sotto le ginocchia, tu, davanti a me, a carponi sul tappeto, con una mano sull’asta, la lingua che roteava sul frenulo e l’altra mano sempre tesa in alto. Ho chiuso gli occhi e ricordo di aver pensato “Ma non e’ vero, non sta ...
    ... succedendo a me”. E’ stato il pompino piu’ delicato e piacevole che io ricordi. Ogni tanto smettevi per guardarmi e mi facevi la lingua, come fanno i bambini quando dicono “Non mi hai fatto niente, faccia di serpente!!!!”. Si’, eri davvero unica, riuscivi a farmi ridere anche nei momenti piu’ “impegnativi”. Stavo per venirti in bocca e per nulla al mondo volevo sporcarti quel reggiseno bianco cosi’ bello a vedersi, addosso a te. Ho preso coraggio e ti ho sollevata di forza, mettendo te, stavolta, seduta sul divano e io davanti. Ho sbottonato i tuoi jeans e te li ho sfilati con te che tenevi le gambe lunghe e affusolate belle dritte. Ho riconsiderato il mio concetto di DEA. Adesso una DEA, per me, era la Michela con solo reggiseno e mutandine bianche a vita bassa, dalle quali spuntavano almeno 3 cm. buoni di pelle bianca sul resto del corpo liscio e abbronzatissimo. Non so se hai pensato che fossi un “morto di fame” quando sono rimasto un bel minuto buono a guardarti ed ammirarti, so solo che ti sei alzata e hai tentato di sfilarti gli slip. Ma io non te l’ho permesso, ti volevo prendere cosi’ com’eri, spostandone solo un lembo. Ti ho fatta mettere piegata sullo schienale del divano, la prima cosa che ho notato e’ che eri fatta davvero bene, la natura era stata decisamente generosa con te (e con me, in quel momento!!!!!), la seconda, invece e’ stata una macchia piu’ scura e umida all’altezza della tua vulva. Queste due cose, ancora oggi, le paragono all’acqua, che e’ fatta di ...