1. Picnic


    Data: 22/05/2020, Categorie: Etero Incesti Autore: Guzzon59, Fonte: RaccontiMilu

    ... coperte da un succinto gonnellino di jeans. Sentivo la sua mano che vagava lungo il mio fianco, e, in quegli istanti, desideravo che si posasse sulla patta dei pantaloni e stimolasse il grosso pacco che stava fremendo sotto la tenue stoffa.Mentre ero concentrato a godermi idealmente mia nipote, e quel contatto caldo così ravvicinato con il suo corpo, la voce di Anna ruppe quell�atmosfera magica:�Papà! Finisci di coccolarti Elisabetta! La mamma sta sclerando! E� meglio che vai ad aiutarla nei preparativi del pranzo!�OK! Corro!�E tu Elisabetta! Finiscila con sta storia! Stai contagiando tutti con la tua nostalgia! Oggi è una giornata di puro relax! E goditi il sole no? Tanto il tuo moroso lo vedrai tra una settimana!�Io sarò già morta per allora!�ahahahha addirittura! Ahahah non mi risulta che l�amore uccide! AhahahElisabetta ebbe un moto imprevisto. Ero in procinto di alzarmi quando, lei, mi anticipa, invece di alzarsi si siede sul mio grembo.L�imponente erezione, che mi stava facendo soffrire come un dannato dell�inferno impatta contro il suo borioso culo. Credo che anche lei debba averlo avvertito, ma non vidi nessuna reazione. Mi abbraccia sorridente:�Nonno! Ti prego rimani con me! Ho bisogno di coccole! Ti voglio bene!Anna divertita.�Ahahahah finiscila Elisabetta! Se il nonno non raggiunge la mamma sono cazzi suoi ahahahahEro impacciato. Percepivo il mio cazzo duro che s�incastrava tra le natiche sode di Elisabetta, e lei continuava a restare seduta sopra con aria ...
    ... indifferente.Imputai quella mancata reazione alla sua ingenuità. Forse non aveva capito che il grosso pacco che si agitava sotto il suo bellissimo culo era un cazzo voglioso di penetrarle la figa. Stavo sudando come un dannato.Ad un certo punto Elisabetta allunga una mano a sua madre e si fa tirare su. Poi mi porse la sua mano invitandomi ad alzarmi.Soli in quegli istanti, per la prima volta, colsi una curiosità morbosa nel suo sguardo, i suoi occhi fissavano intensamente la patta dei pantaloni.Il pranzo si svolse tra battute, barzellette e racconti antichi, che suscitarono risate e l�ilarità di tutti.Alla fine, saziati a volontà, dopo avere sparecchiato il tavolo, la gente cominciò a sparire nel bosco, spinta dal bisogno impellente di soddisfare le proprie esigenze fisiologiche. La prima fu Anna, poi Vittorio e tutti a seguire, compreso il sottoscritto.Mi procurai un bastone di noce, lo ripulì e, utilizzando come punto d�appoggio, con passo leggero mi inoltrai nella fitta boscaglia, fatti pochi metri, tirai fuori il cazzo e soddisfai gli stimoli della vescica.Ripresi a camminare. Dopo un quarto d�ora abbondante di scarpinamento rilassante lungo il sentiero sterrato, ritornai sui miei passi, per rientrare al campo. Al ritorno non feci il sentiero ma il sottobosco, passando tra le alte e fitte frasche poiché c�era lo spazio sufficiente che permetteva di percorrere la via tranquillamente.Mentre stavo avvicinandomi al campo, tra la fitta vegetazione intravidi una sagoma azzurra, mi ...
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