1. Neppure uno è come te


    Data: 26/05/2020, Categorie: Trans Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... all�angolo opposto della stanza:�Non posso saltare la lezione di oggi, ci sono ancora quei dannati numeri reali. Me la potresti fare tu?�.�Io non sono all�altezza. Non posso, non ci riesco�.�Tu studi già alla Normale di Pisa, sei al quarto anno. Io ho perso due anni, per questa cazzo di matematica, veramente non puoi aiutarmi?�.Il santo non suda, si guarda le punte dei piedi, sento di detestarlo nel profondo, perché adesso voglio punirlo severamente:�La tua stanza &egrave sempre lì?�.Lui vorrebbe fermarmi, ma in un istante gli sfuggo, mi lancio per le scale e piombo nel suo piccolo regno, dato che &egrave ancora come allora:�Ti ricordi? Noi studiavamo qui�.Io gl�indico il tavolo sistemato sotto la finestra rivolta verso la campagna, &egrave bella, &egrave suggestiva la nostra campagna, magnifico ma doloroso &egrave il ricordo che mi sta penetrando come ieri ha fatto Riccardo, che mi chiede sempre in quanto &egrave l�unico che ha quest�innata delicatezza. Riccardo m�adora sa come farmi poco male, facendomi godere anche nel dolore attualmente però mi fa male il ricordo di quella stanza:�Tu sei stato il primo, lo sai questo?�.Lui non risponde, &egrave alle mie spalle e lo sento, perché era alle mie spalle anche quel giorno in cui improvvisamente s�avvicinò accostandosi dolcemente a me, cingendomi senza malizia i fianchi e lasciandomi del tutto incapace impedendomi d�articolare un solo movimento. Io vorrei che anche adesso facesse quel che fece all�epoca, visto che mi collocò una ...
    ... mano all�altezza dell�ombelico e con l�altra mi carezzò, poi dall�ombelico risalì piano seguendo il percorso della maglietta sottile che indossavo quel giorno d�estate, superò il solco delle costole trovando le mie piccole tette, sbocciate già allora anche senz�ormoni. Il baccalà in quel momento ero io che non sapevo che cosa fare, come cavarmela, ambedue ci volevamo un sacco di bene, già sentivo e sapevo d�adorarlo dentro di me, eppure non pensavo che anche lui gradisse me, che mi volesse, che trovasse quel coraggio che io non avevo mai avuto per affrontare la questione. Eppure, quella era l�unica ragione per cui studiavo con lui, perché volevo stargli accanto, volevo sentirlo respirare, guardarlo, vederlo sorridere, incavolarsi, parlare, volevo tutto questo e altro, e adesso che quell�altro era arrivato io ero una specie di manichino immobile, mi sentivo un fantoccio snaturato.Lui mi frizionava con amorevolezza le tette, sfregava con riguardo le mie terga, al momento era un tutt�uno con il suo busto e il suo ventre, il mio didietro si stava opportunamente appiccicando alla sagoma della sua esuberante virilità, tra le mie chiappe protette a stento da quei pantaloni troppo leggeri, giacché s�andava formando come un solco in cui io avvertivo l�intensificarsi della sua poderosa erezione. Io lo captavo frignare adagio, mugolare inezie al mio orecchio e poi avvertii il pizzico delle sue dita, in quell�istante mi fece male e dissi qualcosa, forse ahi, non lo so, in quanto era lui ...
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