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Le Jenaise (atto 3-5)
Data: 29/05/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Vanj B.
... amo ma che non me la sento di fare le orge; metto qualche vestito in una valigia che carico sulla mia auto di nascosto e parto. Bianca mi vede uscire e stranamente mi dice: arrivederci signorina Angela, come se avesse capito "di solito mi chiedeva se sarei tornata per il pranzo". Ti ricordi di Francesca e Donato, la coppia che ho conosciuto sulla nave, ho trovato il numero di telefono che mi lasciarono, li ho chiamati dicendogli che mi sarebbe piaciuto andare a trovarli e loro, contenti, si sono offerti di ospitarmi per qualche giorno. Casatenovo, così si chiama il paese dove andai a vivere, un paesino non molto grande che, un po’, assomiglia al nostro. Francesca e Donato m’accolgono molto calorosamente, hanno un piccolo appartamentino di tre locali in un condominio poco distante dal centro del paese; sono una coppia felice e la loro è una vita normale che si può descrivere in due parole, "lavoro" e "casa", cercano di risparmiare su qualsiasi cosa per potersi comperare, un giorno, una casa tutta loro. Mi fanno conoscere il loro unico figlio "Matteo" che da poco più di due mesi frequenta l'asilo nido poi, mi chiedono di me; gli dico che Lorenzo ed io, dopo un litigio, ci siamo lasciati e che, siccome vivevo troppo vicino a lui ho deciso di andarmene per un po’ di tempo. Avrai avuto sicuramente le tue buone ragioni, mi dice Francesca, ma lasciare uno come Lorenzo... Che farai ora?. Non so, gli rispondo, probabilmente cercherò una casa e un lavoro. Dopo qualche giorno trovo un ...
... monolocale in affitto a circa tre chilometri dalla casa di Francesca e, nei giorni che seguono, ci divertiamo a girare per i vari negozi per acquistare l'arredamento "a volte lei rimane sbalordita nel vedere con quale facilità spendo i soldi e cerca di darmi dei consigli per risparmiare". Telefono a mia madre gli dico d’essermi licenziata dal lavoro perché, dopo un litigio, ho lasciato il mio ragazzo e di essermi trasferita al nord dove ne cercherò un altro. Hai fatto l'amore con lui?, mi chiede. Si, gli rispondo. Ecco, lo sapevo, ora non troverai più nessuno che ti vorrà, te l’avevo detto di aspettare. Prima di salutarci, per diversi minuti mi da consigli e suggerimenti probabilmente è dispiaciuta anche perché forse non potrò più mandagli il solito assegno. Dopo circa un mese trovo anche un lavoro come impiegata presso una grossa azienda che produce tessuti per arredamento in un paese qui vicino. E così iniziò la mia vita come persona "normale". Cap.12 Realtà Scorrevano i giorni e m’accorgevo sempre più di come fosse monotona la vita "normale". Cominciarono a ricrescere i peli e, piano piano, a coprire la "J". Sul lavoro, però, indossavo sempre i jeans perché, molte volte, mi capitava restando seduta alla mia scrivania di tenere le gambe aperte e notavo che i miei colleghi di lavoro mi guardavano. Nell'ufficio dove lavoravo eravamo sette persone, quattro uomini tutti sposati e tre donne "io ero la più giovane" di cui una "Elena quarant'anni" era ancora zitella. Il mio lavoro ...