Maestra di vita
Data: 03/06/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Edipo
Ovvero: I buoni consigli della signora Cenzina (include: La filastrocca di Berta e La processione di santa Clorinda vergine e martire) C'era nebbia la mattina di inizio marzo quando Letizia fu accompagnata dalla madre per quella strana strada: all'inizio vi si affacciavano delle casette anonime, spesso a un piano, poi ecco una specie di casermone che era stato anni prima una tipografia, e dopo nulla più; da una parte e dall'altra giardini, orti di pertinenza di qualche vecchia casa illustre e ora semiabbandonati, appartenenti a chissà chi. La via proseguiva dritta e, all'apparenza finiva davanti a una villa di colore indefinito, forse granata in origine ma adesso scuro, rugginoso, sgradevole. Tutta la villa del resto era di aspetto sgradevole: costruita all'inizio del secolo scorso in uno stile che solo l'architetto avrebbe potuto spiegare, era un susseguirsi di rientranze, finestre cieche, abbaini, porte che si aprivano su ringhiere scure; tutto questo sulla facciata che dava sul giardino in cui si entrava attraverso un cancello di colore non meno rugginoso, in quanto sulla via si apriva solo un lato della casa, con finestre sempre chiuse come se quella parte fosse disabitata. Tutti la chiamavano la "casa della signora Cenzina" come se solo lei l'abitasse, mentre vi vivevano altre quattro donne. A parte l'ossuta e silenziosa domestica vi abitavano la madre e le sorelle della signora Cenzina che pareva vivessero alla sua ombra. La madre, vecchissima, era svanita e non capiva ...
... molto; le sorelle, non si sa se più grandi o più piccole di lei, erano personaggi secondari della famiglia. Tutti le chiamavano "le signorine" e le donne in particolare, con quel tipico tono misto di rispetto e di superiorità con cui le signore sposate di un'altra epoca indicavano le donne che erano rimaste nubili. La sorella invece no, lei aveva il diritto di essere chiamata signora e forse era questo a conferirle maggiore autorità: infatti era stata sposata, sia pure per un breve periodo. Il marito si chiamava Eugenio, il matrimonio era stato organizzato dalle rispettive famiglie, accolto con entusiasmo molto più da parte di lei che di lui. Cenzina non era mai stata bella e sebbene di alta statura non aveva neanche particolari attrattive fisiche. Rimase subito incinta e la gravidanza non si presentò facile fin dall'inizio; le si ingrossarono tutte le parti del corpo, si gonfiò a dismisura e la sua pelle assunse un colorito giallastro e malsano. Logico che il giovane e aitante Eugenio cercasse altrove soddisfazioni che gli erano negate nel matrimonio; una ragazza chiamata Maria, sposata a un operaio partito soldato, si vendeva per poco in cambio di un aiuto per tirare su il suo bambino. Era piccola, benfatta, bellina: si spogliò tutta e mostrò dei seni deliziosi, con i capezzoli rivolti all'insù che erano un vero incitamento a succhiarli; con una mano si coprì il pube più per civetteria che per pudore ma in quel gesto, pensò Eugenio, c'era più sensualità di quanta sua moglie ...