1. Maestra di vita


    Data: 03/06/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Edipo

    ... sarebbe stata capace di sprigionare in tutta la sua vita. Maria divenne una vera ossessione per il suo amante che, alla fine, dovette ammettere con sè stesso che si era innamorato di lei. La gravidanza di Cenzina finì male, con un aborto spontaneo; subito dopo il marito fuggì via con Maria, secondo alcuni in Brasile, secondo altri in Francia, sicuramente in un paese da cui non tornò più. Cenzina per un anno portò il lutto come se fosse rimasta vedova, poi se lo tolse e non diede nessun altro segno di essere stata maritata. La domestica ossuta, dall'aspetto patibolare, condusse Letizia e la madre in un salotto che aveva pretese di eleganza, con un divano e delle poltrone foderate di verde, mobili scuri, un pianoforte a muro che non era mai suonato da nessuno, un quadro in cui una ragazza ballava in tutù e sorrideva all'ignoto pittore, un altro quadro dove una barca solitaria galleggiava in un lago e un vecchio pescatore gettava la lenza. Era il salotto privato della padrona di casa, quello in cui venivano trattati gli affari, come dimostrava la presenza in un angolo di un trumeau. Dopo un po' comparve lei, la signora Cenzina, alta e più corpulenta di quanto i larghi vestiti facessero intendere, i capelli grigi raccolti all'insù, un aspetto severo da insegnante di collegio. I suoi occhi si fissarono su Letizia, sui modesti vestiti, ne valutarono le forme e la sostanza. "Eccola qui" disse la madre. "Spero che lei le dia dei buoni consigli, signora Cenzina, e le levi certe ...
    ... idee dalla testa. Ho quattro maschi da mantenere e i soldi ci servono." "Capisco. Me la lasci per qualche ora e cercherò di spiegarle le cose della vita. Vada pure a fare compere per la famiglia." Nell'accompagnarla alla porta le fece scivolare in mano alcuni biglietti di banca. "E' vergine?" le chiese con un sussurro. "Naturalmente", rispose la madre, quasi indignata. Salutò la figlia raccomandandole di seguire i consigli della buona signora e di non far soffrire la sua mamma. Le vennero le lacrime, cercò un fazzoletto per asciugarsi, si frugò nelle tasche e non trovandolo si portò senza rendersene conto una banconota agli occhi, poi andò via. Un'ora dopo Cenzina era seduta in salotto con la ragazza, vestita di un bell'abito nuovo che le aveva donato. L'aveva condotta alla toilette, convinta, nonostante la sua riluttanza a spogliarsi e a farsi il bagno mentre lei l'aiutava a lavarsi. Aveva potuto valutarne il bel corpo, privo di imperfezioni, la pelle delicata, i morbidi capelli biondi, la carne fresca, l'incavo ancora intatto ricoperto da una lieve peluria chiara. "Non immagini nemmeno come sei fortunata, ragazza mia. Con il corpo e il viso che ti ritrovi puoi fare la signora ma devi affrettarti perché non sono cose che durano molto. Ricorda che la la bruttezza resta ma la bellezza passa, quindi sta a te cogliere l'occasione che hai e che le ragazze brutte ti invidiano con tutta l'anima. Chi è questo tipo che vuole sposarti?" "Un bravo giovane, fa l'operaio..." "Mio Dio, e ...
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