La fidanzata troia
Data: 25/11/2017,
Categorie:
Tradimenti
Autore: benves, Fonte: Annunci69
... quell’auto e cercavo di mantenermi calmo.
Le mie mani tremolanti sul volante erano una prova evidente di quale fosse il mio stato d’animo. Quando l’auto entrò in un parcheggio, lungo il viale alberato, che dal famoso castello degli Sforza, conduceva al parco Sempione, io mi fermai lì fuori per non correre rischi, finché li vidi scendere dall’auto e feci altrettanto, rimanendo nascosto dietro ad un albero.
Il mio cuore batteva così forte che credevo di sfiorare la tachicardia e le emozioni nel mio cervello si rincorrevano all’impazzata: avevo paura di quello che avrei potuto vedere, ma nello stesso tempo dovevo a tutti i costi capire cosa diavolo stesse succedendo.
Ripensando a pochi minuti prima, quando davanti al locale volevo tornarmene a casa, ringraziai Dio di non averlo fatto.
A quest’ora sarei stato comodamente seduto sul mio divano, convinto che Alice fosse ancora in quel locale, totalmente ignaro dei risvolti che invece stava prendendo la serata.
Imboccarono uno dei sentieri che conducono al parco, camminando separatamente, senza mai avvicinarsi l’uno all’altra.
Fortunatamente era molto buio e potevo seguirli, procedendo nell’oscurità sul prato, in mezzo agli alberi.
Passarono diversi minuti: continuavano a passeggiare, chiacchierando tranquillamente, mentre la mia curiosità e la mia angoscia crescevano a dismisura.
Dopo aver superato un laghetto, ad un tratto si fermarono e si sedettero su una panchina, in penombra, vicino ad un ...
... ponticello.
Immediatamente mi bloccai anch’io, rimanendo nascosto in mezzo alla vegetazione e mi guardai intorno: nel parco il silenzio era totale e non c’era un’anima viva.
Si udivano solo le loro voci su quella panchina e, tra una parola e l’altra, le loro risate; ora erano seduti vicini e la mano di quel ragazzo si era appoggiata sulla spalla di Alice.
Non riuscivo più a trovare ragioni per quella situazione: tutto era tremendamente evidente e conduceva ad un’unica spiegazione, che dentro di me si era insinuata fin dal primo momento, ma che ancora adesso non volevo ammettere.
Eppure il fastidio e la gelosia che avevo provato nei confronti di quel ragazzo fin da quando era uscito dal locale, erano il segnale evidente che qualcosa non andava.
Ed ora che erano così vicini, su una panchina, in un parco completamente deserto, alle undici di sera, attendevo solo una prova di quello che la mia mente rifiutava, mentre il mio cuore aveva già intuito da tempo.
Accanto alla tensione e all’angoscia, si stava facendo strada in me anche una crescente eccitazione: continuavo a sperare che non fosse vero, ma nello stesso tempo mi accorgevo anche di desiderare di vedere la mia ragazza, così figa quella sera, darsi da fare con un altro.
L’idea che mi stesse per tradire mi feriva profondamente, ma nello stesso tempo, il fatto di poter essere lì… di scoprire cosa si sarebbe lasciata fare, mi eccitava incredibilmente.
E così quando lui avvicinò la bocca alle labbra della mia ragazza, ...