1. Dorina


    Data: 09/06/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Mirosa

    ... raggiungeva l’apice e non trovai di meglio che mettermi a singhiozzare, mentre lui mi teneva avvinghiata, per impedirmi di sottrarmi alle sferzate della sua lingua, che mi procuravano degli spasimi di piacere talmente intensi, che sconfinavano nella tribolazione.
    
    «Basta, basta per favore, non ne posso più! Non resisto, è una tortura! Si, sì, ti prego, continua ancora così! Ancora, si!» Vaneggiavo e rimasi immobile, convinta di morire, perché quell’orgasmo m’aveva svuotato di tutta la linfa vitale.
    
    «Inginocchiati qui al mio fianco, poi prendilo con la mano come hai già fatto ieri e tendi la pelle, poi vai su e giù con la bocca, facendomi sentire soltanto le labbra, la lingua ed il palato e non i denti.» A distanza di quasi venticinque anni ricordo ancora la liscia morbidezza della sua cappella, adesso conosco assai bene il nome di tutti gli organi genitali, il sapore del suo cazzo che mi sembra di sentirmelo ancora sobbalzare in bocca, mentre mi frustava la gola con i suoi violenti schizzi di sborra calda, riavverto il suo dito che mi strusciava sul clitoride per far si che godessimo insieme e poi lui che mi toglieva il membro di bocca e mentre ingoiavo il concentrato del suo piacere, mi diceva:
    
    «Grazie dolce Dorina. Domani lo faremo a sessantanove. Per adesso ti lascio nella curiosità.»
    
    Il pomeriggio del giorno appresso mia sorella mi chiese d’aiutarla a fare il bagno; era la prima volta che la vedevo nuda e l’unica anomalia nel suo corpo attraente, nonostante la ...
    ... malattia, erano le mille punture d’ago che insultavano la pelle di seta delle sue natiche. I seni si reggevano ancora bene.
    
    «Dorina, anima mia, mi raccomando, impara bene a fare l’amore come lui t’insegna, perché è un amante eccezionale e soprattutto fedele ed ha solo bisogno d’una donna che assecondi il suo erotismo. Per tutto il bene che ho per voi due, v’affido l’uno all’altra.» Queste parole furono il testamento di Cesira.
    
    Dieci giorni dopo Rocco si rinchiuse in cantina e io riaccompagnai in auto i miei genitori nel paese in Ciociaria.
    
    Tornai il giorno dopo e Rocco era ancora rintanato lì dentro. Allora capii che dovevo prendere l’iniziativa:
    
    «Ormai qui non servo più a niente. Prendo le mie cose e vado a vivere a Roma. Mi troverò un lavoro per mantenermi agli studi.» La porta s’aprì e uno spettro si buttò fra le mie braccia; ero diventata donna di colpo, ancora vergine ma adulta, perché avevo capito che, senza il mio aiuto quell’uomo sarebbe finito allo sbando.
    
    Gli feci da moglie, da governante e da segretaria, tuttavia non m’incoraggiava a essergli anche amante, fino a che non lo sorpresi intento a masturbarsi, convinto che, come gli avevo fatto credere di proposito, io fossi già a letto. Mi vide e arrossì, io invece gli sorrisi, m’inginocchiai ai suoi piedi e gli feci un pompino, il secondo della mia vita, mettendoci tutto l’impegno. La sua sborrata fu talmente copiosa che non riuscii a contenerla tutta, difatti lo sperma mi colava dalle labbra, intanto ...
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