Dorina
Data: 09/06/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Mirosa
... che il suo cazzo rimbalzava impazzito dentro la mia bocca, continuando a eruttarne.
«Perché?» Gli chiesi, dopo averglielo prosciugato da ogni rimasuglio.
«Credevo che tu l’avessi fatto, solo allo scopo d’esaudire un desiderio di Cesira e che perciò ritenessi il compito che t’aveva affidato, esaurito.»
«Prima d’avere provato, forse si, ma dopo le sensazioni che mi hai dato, l’ho rifatto, purtroppo per un’altra sola volta, per il piacere mio. Ora pretendo d’essere ripagata. Non m’avevi promesso d’insegnarmi il sessantanove? Cos’è?»
«Vai ad aspettarmi in letto, dopo che me lo hai succhiato in questo modo, ci metterò almeno mezz’ora prima di godere di nuovo, avrò così il tempo di leccartela tanto da consumartela.»
«D’accordo, però dammi subito un acconto, perché mentre te lo succhiavo mi sono inzuppata.» Dicendolo m’ero alzata, avevo aperto la vestaglia per accostare la mia fica imperlata d’umori, alla sua bocca. Aveva schiacciato la faccia contro il mio sesso fradicio e mentre godevo m’aveva fatto sperimentare l’ebbrezza d’una sua falange che m’andava ad esplorare il buchino, che fino a quel momento aveva ospitato soltanto qualche supposta.
Rocco era allungato sotto di me, teneva le gambe divaricate ed il suo cazzo svettava, facendosi ammirare dal mio sguardo bramoso. Non glielo avevo succhiato subito, perché avevo accentrato tutta la mia attenzione sulla sua lingua che stava provando a penetrare nel mio forellino anale. Lui me lo lambiva e la mia fica ...
... sbrodolava. Aspettai che passasse a stuzzicarmi il clitoride per iniziare a prodigarmi con la bocca. Gli scappellai l’asta tenendo la pelle ben tesa sul fondo, poi mi feci entrare tutta la cappella in bocca, serrando le labbra sotto il bordo e con la lingua penetrai, per quel poco che m’era possibile, il taglietto; tuttavia era troppo la voglia che avevo di godere, che come sentii i primi sintomi dell’imminente orgasmo, cominciai a succhiarglielo con foga, badando di non irritarglielo con i denti. Il godimento mi travolse come un uragano, poi s’affievolì intanto che io proseguivo nel pompino, ben sapendo che come cerchi concentrici, altre ondate di piacere si sarebbero avvicendate. Era un godere continuo che a un bel momento raggiunse il top, lasciandomi quasi senza fiato. Rocco come aveva preventivato, tardava a godere, tuttavia aveva il cazzo duro all’inverosimile, allora decisi che era giunto il momento di farmi deflorare.
«Dorina mettiti sopra tu, così te lo introduci da sola e vedrai che scoprirai il miglior modo di ricevermi. Feci come mi diceva, appoggiai le ginocchia di fianco alle sue anche, mi allargai la fica e l’imboccai. Il solo contatto del glande con la carne sensibile all’interno della vagina, già bene insalivata dalla sua lingua, mi fece secernere l’emolliente naturale per agevolare la penetrazione; allora mi assicurai che fosse ben puntellano contro l’imene e cominciai ad abbassarmi, imponendo una pressione costante, tuttavia la sua cappella non procedeva d’un ...