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Attrazione proibita ( capitolo quarto)
Data: 10/06/2020, Categorie: Incesti Autore: Pamts
Pam era seduta accanto a suo zio in macchina durante il tragitto verso scuola. Suo zio voleva assicurarsi che non saltasse più lezioni così aveva deciso di accompagnarla ogni giorno prima di andare all' università. Sentiva una strana sensazione. Si sentiva osservata. Ma stranamente non le dispiaceva. Almeno per la maggior parte delle volte. Spesso anche lei lo osservava senza farsi notare. Voleva cercare di cogliere ogni più piccolo dettaglio. Aveva deciso di provocarlo per vedere le sue reazioni, infatti anche quella mattina aveva indossato dei pantaloncini a vita alta non troppo corti ma comunque sopra il ginocchio, con una maglietta aderente colorata ma da cui si poteva intravedere il reggiseno da distanza ravvicinata. Cercava di osservarlo. Ma per il momento sembrava non abboccare alle sue provocazioni. Così arrivati a scuola decise di scendere dall' auto lentamente, inarcando leggermente la schiena per mostrargli in pieno il sedere. Fece finta di niente, scese e lo salutò. Lui ricambiò distaccato e partì. Lei rimase perplessa, ma sorrise perché era sicura che mentre scendeva la stesse osservando. Quella sera rientrò dopo di lui, e lo trovò seduto a tavola con la cena pronta davanti ai piatti apparecchiati e con sguardo serio e pensieroso. "Dove sei stata fino adesso? Ti sembra ora di rientrare? Non potevi avvisarmi se facevi tardi?" Le chiese lui con tono autoritario. "Scusami. Ero in biblioteca con dei compagni di scuola e ho perso la cognizione del tempo. E poi non è ...
... così tardi. Sono solo le otto." Rispose lei tranquilla. Ma un pò seccata. "Con quali compagni? E cosa avreste studiato fino a quest'ora?" "Abbiamo ripassato degli appunti, e poi ci siamo messi a giocare a carte. Un gioco stupidissimo ma da morir dal ridere." Rispose di nuovo lei. "Ma poi perchè ti interessa? Sembra un terzo grado." Continuò con tono leggermente arrogante. "Siediti." Le ordinò lui inchiodandola con lo sguardo. "Ma che cè? Che ho fatto di male?" Rispose lei spaesata. Lui non rispose e si mise a mangiare. Aveva i nervi tesi. Iniziava a pensare se questi compagni di scuola fossero ragazzi o ragazze, o entrambi. Se questi ragazzi ci provassero con lei, squadrandola dalla testa ai piedi quando percorreva i corridoi tra una stanza e l'altra. Se se la vedessero come un oggetto sessuale o se fossero semplici amici con cui passare il tempo in compagnia divertendosi in modo genuino. Mangiarono in silenzio. Pam fece per alzarsi dal tavolo e sparecchiare ma lui le bloccò il braccio e le disse, quasi come una minaccia velata: "La prossima volta avverti. E stai attenta con i ragazzi. Sei molto giovane, gentile e ingenua, e ai ragazzi interessa solo una cosa." Si alzò e uscì a fumare una sigaretta. Pam finì di lavare i piatti, ripensando all' ultima frase che suo zio le aveva detto. Le era sembrato arrabbiato, preoccupato, e forse un pò geloso. Ma non aveva diritto di giudicarla senza conoscere i fatti ne le persone in questione. Così decise di affrontarlo e uscì per vedere ...