1. Un amore di suocera - Tris


    Data: 14/06/2020, Categorie: Incesti Autore: Joe Pesci

    ... Un'aria decisamente vintage che la rendeva decisamente appetitosa. Andammo in un locale che aveva una clientela over 35. Era bello ballare con lei, aveva tanta voglia di divertirsi ma ogni tanto mi provocava sfiorandomi. Passò il lento a baciarmi come fossimo due fidanzatini e nei miei boxer avevo un cannone pronto ad esplodere. Lei, sussurrandomi in un orecchio: "Devi aspettare un po', ma ne vale la pena...". Ogni tanto ballavamo e ci riposavamo. Si divertiva ed era sinceramente bello vederla così. Avevo conquistato una donna, era decisamente mia. Lei: "Bello ma non ho l'età per resistere a lungo". Io: "Alla mia età ce la fai benissimo". Lei: "Vuoi adularmi perché hai un secondo scopo". Io: "Lo sai che ho perso la testa per te". Lei:"Sai, prima della scorsa estate a casa non facevo sesso dal 2000, quando mio marito si è operato al cuore". Io:"Tranquilla, ti faccio recuperare tutto". Lei:"E allora recuperiamo, che ho già voglia...". Pensavo che dopo 17 anni senza sesso sia stato quasi naturale cercarlo da un'altra parte. Fui preso da un po'di gelosia:"Mi devi giurare che lo farai solo con me e quando avrai voglia mi cercherai". Lei, con un sorriso:"Dovreste venire a vivere da me". Io:"Non è possibile, ma il punto è che io sono geloso" Lei:"Giuro che sarò soltanto tua". Andammo a sederci un po'in disparte e lei prese a baciarmi con passione, stampandomi il rossetto sulle labbra e infilandomi la lingua in bocca. Avevo capito che era il momento per agire. Uscimmo un po' fuori ...
    ... e continuò a sedurmi. Mi prese e mi portò in macchina e mi fece accomodare sul sedile del passeggero, sperando nel luogo isolato. Le autoreggenti facevano al caso e le bastò sfilarsi la mutandina per strusciarsi su di me. Dal canto mio tirai fuori una bella mazza dura come la roccia, resa ancor più dura dalle sue bocce che avevo a portata di labbra e portai alla mia vista, succhiandole e mordicchiandole per bene. Lei aveva capito che mi facevano impazzire e sapeva benissimo come sedurmi con esse. Al momento giusto si sedette e il mio pene sparì tra le sue gambe, facendomi godere centimetro dopo centimetro mentre entrava dentro di lei, più entrava e più era caldo. Lei, in dialetto: "Quant'si bell, m fai 'mpazzì". Io, eccitato: "Si troppo bona". E aumentai la frequenza fino a scuoterla come una bambola di pezza. Il leggero sudore sulla sua pelle aumentava il profumo inebriante della sua carne. Eravamo comunque in macchina in luogo pubblico. La presi di peso e le spostai il pene nell'ano, lubrificandolo prima con un lago di suoi umori. Mentre affondava lei diede un grido, ma poi fu solo goduria e che goduria. Quando venni ero interamente dentro il suo culo, che riempii di sperma, in parte colante sul tappetino (fortunatamente di gomma) della macchina. Ci riposammo con lei su di me e lei si rivestì. Una scopata magnifica che derivava dall'attrazione suscitata andando a ballare. Ci rimettemmo in macchina intorno alla mezzanotte e la portai a fare un giretto panoramico. Torino era ...
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