Matilde 02-14 - al ristorante da sole
Data: 18/06/2020,
Categorie:
Lesbo
Autore: Alex46
La sera seguente arriviamo all’ora convenuta nel posticino appartato che volevamo, riservato, nascosto quasi a quegli occhi indiscreti che avrebbero potuto distoglierci da noi.
Per così tanti mesi avevo desiderato fare una cena sola con Debra, anzi mi domandavo se mai ancora avrebbe potuto succedere.
Ieri abbiamo parlato tanto, ma oggi sentiamo di avere un’intera vita di cose da dirci, ciò che ci piace, ciò che ci è mancato, e finalmente eccoci insieme a varcare la soglia di quel ristorante che ci avrebbe messi l’una accanto all’altra per qualche ora, non su un letto o su un divano a fare l’amore, ma semplicemente felici d’essere assieme.
Lei vestita con una minigonna a mezza coscia nera e un maglioncino con il collare in finta pelliccia, oltre a un cappotto scuro che le copre le gambe fino ai polpacci, io in pantalone chiaro e giacca scura con una camicia bianca che risalta sul colore della giacca. Entrambe, scarpe con il tacco alto, come praticamente sempre.
Ci eravamo confessate a vicenda da quanto tanto tempo desideravamo quest’incontro, lo volevamo come una cosa davvero importante.
Il cameriere ci porta a un tavolo in un angolo di questo locale semivuoto e semibuio per l’atmosfera; io le cedo subito il posto al muro prima di accomodarmi sulla sedia accanto, come fossi il suo uomo.
Ordiniamo da mangiare, ma credo che in mente abbiamo tutto fuorché il cibo. Ci stiamo finalmente specchiando, da pari a pari, senza timore che una di noi voglia predominare ...
... sull’altra.
Il suo abbigliamento sexy (Debra sarebbe sexy anche in ciabatte), m’impedisce ogni distrazione, e mi sorprendo a cercare ogni parte di lei più nascosta, quasi a scansire ogni centimetro visibile della sua pelle extra maglioncino.
Nel mettersi a sedere si è leggermente sollevata la minigonna, che le è salita al di sopra della mezza coscia. Così, prima che lei riavvicini il tavolo, provo la stessa eccitazione che potrebbe avere un uomo.
Debra è stupenda, è come sempre l’avevo ricordata e anche più bella: ma l’importante è che sia calda, perché così la voglio questa sera, calda di affetto e di amore per me.
Dopo qualche minuto e qualche bicchiere di buon vino bianco arriviamo a parlare. Sono chiacchiere, di quelle che potrebbero annoiare un uomo, che però a noi piacciono tanto e spesso rivelano molto dello stato d’animo dell’interlocutore. Se la conversazione è disimpegnata, ci si lascia andare di più, almeno con le allusioni.
Nel proseguire della serata però ci guardiamo sempre più intense, rivedo negli occhi quei lampi di luce così suoi, mentre i miei a volte scappano a cercare la punta di un capezzolo o i brividi sulla pelle per una mia battuta, o perché anch’io credo di essere uno schianto.
- L’hai visto il cameriere?
- Sì, tu te lo faresti?
- No, non mi piace, ma non è neppure il tuo tipo. E poi credo che abbia capito che noi ce la intendiamo. Prima l’ho visto che parlottava con un collega, quasi si davano di gomito...
- Dici che è così ...