1. Succede di notte


    Data: 27/11/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: il bardo, Fonte: RaccontiMilu

    ... te” mi sfugge dalla bocca, ma è talmente flebile che non so nemmeno se tu l’abbia sentito, perché comunque I tuoi gemiti continuano ad alzare la carica erotica di questa reciproca tortura, e forse alzano anche la temperatura della stanza, che sembra essere arrivata ai 100 gradi.Appoggio il cazzo, e sento le tue labbra aprirsi ancora, sono talmente eccitato che sento tutto, nonostante la tuta, mi sembra quasi di poterti scopare così. Comincio a farlo scorrere e a spingere, come se stessimo veramente già scopando. Dopo meno di 20 secondi credo di non farcela praticamente più, ma per fortuna cedi prima tu. Giri di scatto la testa, vedo la fronte sudata, I capelli incollati sulla fronte (credo che ci siano veramente 100 gradi in quel letto), ma quello che non dimenticherò mai saranno gli occhi. Mi guardi come mai prima, occhi bramosi, affamati, quasi feroci, potrei quasi giurare che fissandomi stessero per dire qualcosa. La tua bocca però li anticipa e mi travolgi con un laconico “Vaffanculo” scandito perfettamente dal tuo sguardo, mentre con la mano invece ti abbassi oscenamente la tuta e le mutandine, e poi ti infili completamente il mio cazzo, che non aspettava altro.Non credo di aver retto più di una decina di colpi, ma l’eccitazione e la foga con cui ci siamo scopati a vicenda ci ha portato ad un orgasmo animalesco. Il modo in cui ti sei inarcata è la descrizione del godere, un orgasmo come una bomba atomica silenziosa, che ci ha privato anche del respiro. Un orgasmo talmente incontrollabile da non rendermi nemmeno conto, inizialmente, di essere venuto dentro di te, inconsapevolezza durata un secondo, tant’è che per tirarmi fuori alla svelta sono caduto giù dal letto, ma in quel momento non è stato nemmeno ridicolo.L’unica cosa che riesco a registrare di quella sera, sono io schiena a terra, che ti guardo tirarti sul letto a gattoni, proprio come una gatta, con la tuta e le mutandine bagnate abbassate a metà gamba, che mi guardi e mi dici …“Ancora”
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