Smart sex
Data: 27/11/2017,
Categorie:
Tradimenti
Autore: JoeSex, Fonte: Annunci69
... notevole esperienza in fatto di fantasie erotiche.
Non ebbi il tempo di comunicarle quanto avevo appena stabilito, che mi scrisse:
“Non ti muovere, vengo io da te. Oggi pomeriggio mi do malata ed è quello che farai anche tu. Dimmi dove lavori, ci vediamo la.”
La mia risposta fu: “Ci penso un attimo, vedo come organizzarmi…ok vieni. Ti chiamo al cellulare così ti spiego tutto. Dammi il numero.”
Sarebbe arrivata alle 15.00 circa, così avevo ancora un’oretta buona per preparare l’incontro al meglio. Ma dopo un secondo realizzai che non dovevo preparare un bel niente, che tutto sarebbe accaduto nel modo più naturale possibile. Lei sarebbe entrata nel laboratorio, avrebbe annusato l’essenza di lavanda e ambra, e mi avrebbe accennato un sorriso propiziatorio.
Ci scambiammo due baci sulle guance, la feci accomodare in ufficio. Si sedette in maniera assolutamente tranquilla; la gonnellina blu-viola si sollevò un attimo sulla sedia, ed io intravidi le gambe depilate, lisce come la seta più pregiata, il polpaccio affusolato e tonico.
Ero seduto dall’altra parte, e tutto sommato la scena non sembrava nulla più diverso di un colloquio di lavoro. Io, il piccolo alchimista, e lei la giovane commessa profumiera.
In realtà le cose non andarono proprio così.
Elena aprì la porta, che avevo volutamente lasciato aperta. Mi chiamo sussurrando, lo fece ancora, e poi gridò quasi nervosamente: “Joe, Joe! Dove diavolo sei?”
“Vieni pure giù in magazzino Elena!” – cantò la ...
... mia voce dal basso –
La sua bocca si incollò di cattiveria alla mia, aveva un gusto amarognolo, misto caffè e sigaretta, ma mi piaceva molto. La baciai dappertutto, intorno agli occhi, sulla fronte, sul collo, e poi di nuovo sulla bocca, e la sua, piena di rossetto saporito, mi seguiva, circoscriveva linee di passaggio, tra il romantico e l’erotico andante. Notai che stava per sfilarsi la gonna, così decisi di fermarla:
“No aspetta, lascia fare a me.” – le dissi sottovoce –
Si voltò di scatto appoggiando le mani sul frigorifero, dove è conservata la pappareale pura, mi afferrò la mano e la piazzò sul culo. Fu in quell’istante che capii che la nostra passione virtuale non sarebbe potuta rimanere tale a lungo. Mi inginocchiai, le sollevai la gonna, lei si sporse col fondo della schiena verso di me. Mi stava concedendo il suo bene più prezioso, ed io pregustavo già il sapore e la consistenza della sua figa umida. La mia lingua si curvò tra le chiappe dure, Elena pulsava di godimento, tra un ansimo sofferto ed uno più ampio, aperto, quasi gridato.
Allora presi a leccare il clitoride, rosso sangue, era rovente, gonfio di carne e di passione. Il suo liquido scivolava man mano sulla mia bocca, non volevo perderne nemmeno una goccia; le sue cosce si fecero dure e bagnate. Le accarezzavo con una mano, mentre con l’altra mi facevo spazio tra le grandi labbra del suo essere donna.
“Voglio che mi scopi, scopami adesso Joe, avanti!” – disse con voce tremante –
Tirai fuori ...