La lattaia 2 - (la spagnola)
Data: 27/11/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti
Erano quasi le sette e mezza, il sole stava tramontando dietro i grandi palazzoni che facevano da panorama nel quartiere periferico milanese della mia infanzia. Nel cielo, lunghe strisce di nuvole grigie si coloravano di mille sfumature rosse, rosa e arancione, creando un effetto assai melodrammatico, o almeno, a me che camminavo col cuore in gola, facevano quell’impressione, come se quei colori volessero dirmi qualcosa. Poche ore prima ero stato invitato da Carmela, la lattaia del quartiere a passare a trovarla. All’inizio della settimana aveva scoperto me e Piero che la spiavamo mentre si faceva scopare dal appresentante della Invernizzi, e quando, tre giorni dopo, vergognandomi come un cane, mi ero recato da lei per comprare del latte, invece di darmi un ceffone, mi aveva appunto invitato a ritornare all’ora di chiusura. Quel pomeriggio, anche se non era sabato, mi ero addirittura fatto il bagno, mi ero cambiato la biancheria e mi ero messo la camicia più bella che avevo, avevo anche usato un po’ dell’acqua di Colonia di papà sperando che non se ne accorgesse. Ed ora eccomi lì, davanti alla porta della piccola latteria, il cuore batteva all’impazzata, ma mi feci coraggio ed entrai. Lei era dietro il bancone, raggiante come sempre, il corpo formoso stretto dentro uno dei suoi grembiuli attillati che ne mettevano in risalto le forme giunoniche. Senza dire una parola passò di fianco a me, uscì per tirare giù la serranda e rientrò. Chiuse a chiave la porta della vetrina, mi ...
... raggiunse e mettendomi una mano sulla spalla mi invitò a seguirla nel retro. Il locale era immerso nella penombra, una semplice lampadina da pochi watt pendeva dal soffitto, spenta. Solo un poco di luce penetrava dalla piccola finestra da cui l’avevo spiata quel famoso pomeriggio. I raggi rosei del sole che stava per andare a dormire coloravano anche quel retrobottega dando a tutte le cose una sfumatura calda e sensuale. Nell’aria un odore indistinguibile, un misto di odore di formaggio, di latte cagliato, di cose buone, un odore forte e dolce, molto eccitante. Mi fece sedere su una seggiola di formica verdina, con le lunghe gambe di metallo cromato, mi si accosciò davanti e guardandomi negli occhi mi disse: “ti è piaciuto quello che ha visto l’altro giorno?” Mentre lo diceva si stava sbottonando il grembiule, permettendo al petto imperioso di espandersi. Non portava il reggiseno e il seno era a malapena contenuto in una leggera maglia di cotone azzurro. Carmela la prese dalla scollatura tirandola energicamente in giù con entrambe le mani, liberando le tette, in modo che queste mi esplodessero letteralmente in faccia in tutta la loro maestosità. Alla vista di quei seni enormi i miei occhi si dilatarono e la mia mandibola cadde verso il basso lasciandomi a bocca aperta. In mezzo alle mie mutande invece qualcosa ebbe una spinta contraria, crescendo prepotentemente verso l’alto e chiedendo a gran voce di essere liberato! Del resto era la prima volta in vita mia che vedevo un seno, ...