1. La lattaia 2 - (la spagnola)


    Data: 27/11/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti

    ... e quello non era un seno normale, era un seno enorme, era un seno da Guinness dei primati. Era il re di tutti i seni del mondo. “Le hai mai viste un paio di zinne?” Mi chiese, mentre mettendomi un dito sotto il mento, faceva richiudere la mia bocca spalancata e mi obbligava a guardarla negli occhi? Io non risposi ma nelle mie mutande la situazione era ormai fuori controllo. “Le hai mai toccate un paio di zinne?” Mi chiese ancora, feci un cenno di no con la testa, probabilmente dovetti sembrarle un po’ scemo... Carmela mi prese le mani e le guidò in modo da portarle a posarsi su quel ben di Dio. Le toccai titubante, come se potessero eslodere da un momento all’altro. Erano morbide, ma sode, e calde, e lisce e bianche e... Madonna Santa, i capezzoli... due meravigliosi capezzoli rosa scuro, circondati da auree enormi, di un rosa appena più chiaro. Il mio pene là sotto lanciò un ruggito disperato, lo sentivo pulsare e dimenarsi come fosse dotato di vita propria, come un serpente che tenta di liberarsi dalla stretta di una mano crudele. Carmela mi prese di nuovo le mani e mi obbligò a toccare quei due bottoni di carne. Erano vagamente gommosi e reagirono al timido tocco dei miei polpastrelli facendosi più duri. Oddio no! Il mio pisello non resse l’emozione e ohoooho mmmm ohhhhh CAZZO! Esplose, riempiendomi le mutande di roba calda e viscida. Cazzo cazzo cazzo, che figura di merda, che figura da bambino, che figura da pirla. A lei la situazione non era sfuggita, ovviamente se ne ...
    ... era perfettamente accorta, ma non rise, non mi prese in giro nemmeno un po’, anzi sembrò lusingata di aver scatenato una reazione tanto entusiasta solo facendosi toccare i capezzoli. Mi slacciò i bottoni della patta e mi tirò giù pantaloni e mutande, ormai fradici di sperma. “Fammi un po’ vedere che è successo qua dentro” mi disse sorridendo, mentre mi tirava fuori, non senza una certa difficoltà il cazzo, tutto fradicio e grondante. “Però!” Esclamò alla vista del mio arnese, ancora duro come se non fosse successo niente. “Niente male” rimarcò, e intanto con le dita raccoglieva il frutto della mia eiaculazione, spalmandoselo accuratamente tra i grossi seni. “Ora ti insegno una cosa, bello di mamma...” Mi fece alzare e prese il mio posto sulla sedia, mi tirò giù ben bene i pantaloni fino alle caviglie e prese il cazzo in mano ficcandoselo in mezzo le tette. Io ero in piedi davanti a lei, le braccia inermi lungo i fianchi, la bocca di nuovo spalancata per la sorpresa, e il cazzo... il cazzo era sparito in mezzo a quei seni enormi. Mi guardò in faccia, un sorrisetto malizioso le increspava le belle labbra carnose. Mi spinse indietro, facendomi appoggiare al tavolaccio che stava dietro di me. “Mettiti comodo e rilassati, bello” Si prese le tette con entrambe le mani e si mise a farle andare su e giù lungo il mio cazzo. Queste, calde, morbide e burrose, lubrificate a dovere dalla mia sborra di poco prima, avvolgevano il mio pene aderendo perfettamente, trattenendolo in mezzo a loro ...